Tobin
tax, governo battuto alla Camera su ordine del giorno Pd
L'esecutivo
sconfitto con voto bipartisan di quasi tutta l'aula sul testo Pd che chiede al
governo di includere gli strumenti derivati nella tassa sulle transazioni
finanziarie "per ampliare la base imponibile e ridurre le aliquote"
La norma salva banche sbatte per una volta
contro il no del Parlamento. Il governo è stato infatti battuto alla Camera su
un ordine del giorno del Pd che impegna l’esecutivo a comprendere anche i
derivati tra strumenti finanziari cui applicare la Tobin tax. Il testo, su cui
il sottosegretarioGianfranco Polillo aveva dato parere contrario, è
firmato da Francesco Boccia e ha ottenuto un sostegno bipartisan: 433
i sì, sei i no, otto gli astenuti.
L’ordine del giorno chiede all’esecutivo di
considerare per la tassa sulle transazioni finanziarie “un ampliamento della
base imponibile che includa tutti gli strumenti derivati e una conseguente
riduzione delle aliquote tenendo in considerazione anche gli operatori esteri e
i traders che effettuano un grande numero di scambi giornalieri nonché i
traders online in modo da preservare la capacità della Borsa di intercettare
risparmi e grandi capitali per lo sviluppo delle imprese”.
Di fatto, quindi, anche se il testo non ha
valore vincolante, il Parlamento “smaschera” il tentativo dell’esecutivo di far
passare all’interno della legge di Stabilità – che andrà nei prossimi giorni al
voto in Senato – la norma che esclude gli strumenti derivati dal prelievo della
tassa limitandolo alle sole azioni. Una differenza non da poco, soprattutto nel
gettito per lo Stato, visto che gli strumenti derivati, tradizionalmente
scambiati dalle grandi banche, valgono cifre a nove zeri. Al contrario,
una Tobin tax limitata esclusivamente alle azioni – il cosiddetto modello
francese – varrebbe sì e no tra i 100 e i 200 milioni di euro per le casse
dello Stato.
Uno sconto non da poco per le grandi
banche, quindi, che non a caso ieri avevano accolto con favore la
scelta del governo di andare verso il modello transalpino. Al contrario, il Pd
era già salito sulle barricate ieri, dopo l’anticipazione del Fatto
Quotidiano. ”Non si possono esentare i derivati delle banche, né nessun
altro – aveva detto Boccia – la tassazione deve riguardare tutti i soggetti:
dagli operatori esteri (pena la nullità del contratto) agli high frequency
trader a quelli on line che, com’è noto, sono tra i principali speculatori su
Borsa Italiana”. La tesi sostenuta dal Pd, ribadita con l’ordine del giorno
approvato oggi dall’Aula, è che ampliando la platea, tutti potrebbero pagare
meno: “Se al Tesoro, invece di fare riunioni con la Consob per salvare le
banche, facessero una buona stima del gettito potremmo anche capire come modulare
meglio la Ttf”. Altrettanto duro l’attacco alle banche: “Chi ha preso
scorciatoie nella gestione finanziaria per favorire se stesso e i propri
clienti non può essere premiato”.
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precedente in argomento: http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/11/governo-monti-tassa-sulle-transazioni.html
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