Anche ‘Lettera 43’,come altri siti di
informazione, evidenzia una qualche propensione per Renzi.
Non mi spiego altrimenti l’inizio di un
articolo con queste parole: “alla fine c’è cascato pure Matteo Renzi”. Che
pare il preludio a qualcosa cui un’anima innocente, una persona piena di buoni
propositi, incappa ingenuamente. Non volendo, suo malgrado. O, per forza di
cose, perché non poteva fare diversamente.
Ovviamente….sono arrivata a concludere che
Lettera 43 “abbia un debole” per Renzi non solo per l’ultimo articolo in
questione….
Resta inteso che, ognuno si schiera con chi gli pare...Solo che, dal
mio punto di vista, Matteo Renzi è tutto fuorchè un ingenuo e conta su una
delle caratteristiche di quell'"usato sicuro" di Bersani che vorrebbe
battere alle primarie. La caratteristica di Bersani è che è portato a mediare,
a fare concessioni, non a cuocere a
fuoco lento gli avversari.
Renzi è fortunato. Caso mai dovesse
perdere, dovrà fare i conti con Bersani.
Non con D'Alema.
da: Lettera 43
Pd:
Matteo Renzi e la truppa in pole per la Camera
In
caso di sconfitta, il rottamatore resterà a Firenze. Ma il suo team è pronto
per il parlamento. I papabili: da Reggi a Delrio.
Alla fine ci è cascato pure Matteo Renzi.
«Se perdo, porto un po’ di amici miei in parlamento. E cercherò di avere un po’
di spazio. Ma io non mi faccio comprare», ha confessato il 22 novembre il
sindaco di Firenze in un fuorionda registrato a Radio 105, dopo l’intervista
ufficiale. E subito è cominciato il giallo: chi sono gli «amici miei» del
rottamatore? Quelli che, se lui rifiuta premi di consolazione, accetteranno un
premietto?
LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE. Prima di tutto però bisogna capire come verranno composte le liste. E questo dipenderà dalla legge elettorale. Se resta il Porcellum, tutto è in mano al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. E dipenderà da lui stabilire se e quale «quota» di eletti concedere a Renzi. Ovviamente molto dipenderà dal risultato delle primarie.
IL PRESSING DELLA NOMENKLATURA. Il gruppo dirigente vicino alla segreteria ha già cominciato a spingere perché non venga riconosciuto nulla al sindaco in caso di sconfitta. Ma Bersani, saggiamente, ha capito che conviene anche a lui dare un po’ di spazio a Renzi.
È un fatto che la sua presenza allarghi il consenso del Pd. Privarsene, in una partita elettorale segnata dalla spada di Damocle di un Monti bis, sarebbe una follia.
L'INCOGNITA LEGGE ELETTORALE. Se, invece, si dovesse cambiare la legge elettorale e venissero reintrodotte le preferenze, la trattativa cambierebbe. Così come se il Pd decidesse di fare le primarie per scegliere i candidati al parlamento. A quel punto, ognuno potrebbe candidare i suoi, senza necessità di trattare ai vertici.
I papabili prescelti del rottamatore: da
Reggi e Richetti a Bonafé
Ma quale sarebbe la pattuglia di Renzi? Di
sicuro non mancherà Roberto Reggi,
coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze ed ex sindaco di
Piacenza.
Un altro che può aspirare a rappresentare il sindaco nel prossimo parlamento è Matteo Richetti, presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna e tra i più apprezzati nella squadra stretta del sindaco.
DELRIO IN POLE PER LA SEGRETERIA. Capo della piccola truppa potrebbe essere, poi, Graziano Delrio, attuale presidente dell’Anci. E proprio lui potrebbe essere il candidato dei rottamatori al prossimo congresso del Pd, quello che si svolgerà in autunno.
Renzi, infatti, non intende partecipare a quella partita in prima persona. Ci saranno i suoi, e ci sarà una mozione, un’area, che fa riferimento a lui. Perché per sé il sindaco preferisce aspettare le prossime elezioni (che potrebbero essere anche prima del 2018) e ricandidarsi a Palazzo Chigi. Guidare il partito, insomma, non fa per lui. Meglio, molto meglio, un ruolo di governo.
FARAONE, OUTSIDER SICILIANO. Nella squadra di Renzi potrebbe esserci anche Davide Faraone, primo dei non eletti nelle recenti elezioni regionali in Sicilia, già candidato a sindaco di Palermo. E altri amministratori del Nord e del Centro. E non mancherà qualche donna. Per esempio Simona Bonafé, tra le più combattive del comitato nazionale di Renzi e molto presente in questi giorni nei talk show.
Un altro che può aspirare a rappresentare il sindaco nel prossimo parlamento è Matteo Richetti, presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna e tra i più apprezzati nella squadra stretta del sindaco.
DELRIO IN POLE PER LA SEGRETERIA. Capo della piccola truppa potrebbe essere, poi, Graziano Delrio, attuale presidente dell’Anci. E proprio lui potrebbe essere il candidato dei rottamatori al prossimo congresso del Pd, quello che si svolgerà in autunno.
Renzi, infatti, non intende partecipare a quella partita in prima persona. Ci saranno i suoi, e ci sarà una mozione, un’area, che fa riferimento a lui. Perché per sé il sindaco preferisce aspettare le prossime elezioni (che potrebbero essere anche prima del 2018) e ricandidarsi a Palazzo Chigi. Guidare il partito, insomma, non fa per lui. Meglio, molto meglio, un ruolo di governo.
FARAONE, OUTSIDER SICILIANO. Nella squadra di Renzi potrebbe esserci anche Davide Faraone, primo dei non eletti nelle recenti elezioni regionali in Sicilia, già candidato a sindaco di Palermo. E altri amministratori del Nord e del Centro. E non mancherà qualche donna. Per esempio Simona Bonafé, tra le più combattive del comitato nazionale di Renzi e molto presente in questi giorni nei talk show.
La truppa degli eletti che appoggiano Renzi
C’è, poi la manciata di attuali
parlamentari che ha deciso di schierarsi con Renzi. Tra questi, Mario Adinolfi,
Andrea Sarubbi, Andrea Marcucci. Più i veltroniani che hanno fatto l’endorsement
per il rottamatore, come Paolo Gentiloni, Enrico Morando, Stefano Ceccanti,
Giorgio Tonini, Alessandro Maran. Anche se questi potrebbero essere ricandidati
in una quota a parte, senza essere considerati a “carico” del rottamatore.
MEGLIO SINDACO CHE PEONE. Il sindaco di Firenze, almeno per ora, in caso di sconfitta potrebbe scegliere di guidare le truppe da una delle principali città italiane che da uno dei tanti, anonimi scranni della Camera dei deputati.
L’unica poltrona che può tentare Renzi sta in un altro palazzo. Proprio a fianco di Montecitorio: Palazzo Chigi.
MEGLIO SINDACO CHE PEONE. Il sindaco di Firenze, almeno per ora, in caso di sconfitta potrebbe scegliere di guidare le truppe da una delle principali città italiane che da uno dei tanti, anonimi scranni della Camera dei deputati.
L’unica poltrona che può tentare Renzi sta in un altro palazzo. Proprio a fianco di Montecitorio: Palazzo Chigi.
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