da: Il Fatto Quotidiano
Di
Pietro: “L’Italia dei Valori è morta con Report. Ora risorgiamo”
L'ex
magistrato: "Mediaticamente siamo morti. Siamo isolati, speriamo nei
nostri elettori". Sulle donazioni ricevute e gli affitti dei suoi
appartamenti al partito ammette: "Ho commesso tanti errori, chiedo scusa e
ricomincio. Ma su questi fatti sono un perseguitato". E nega ogni
irregolarità
di Carlo
Tecce
Antonio Di Pietro ha perso qualcosa: “Dov’è
la mia agenda? Venga, le faccio vedere. Io mi siedo su quella poltrona
singola”. Decisionista, sempre. Uomo partito, uomo comando, uomo immobili: “Le
visure catastali, fresche fresche. Guardi, leggiamo insieme”. S’accomoda,
riprende punto per punto la trasmissione Report, l’incedere sofferto:
“L’italiano mi punisce. E poi il taglia e il cuci di un video. Ma io stimo Milena
Gabanelli”. L’ex magistrato parla con le carte in mano. Le carte non lo
scrivono, non lo dicono, ma l’uomo – che attira aggettivi negativi anche dal
figlio politico, l’Idv – è rassegnato. “Voglio chiarire tutto”.
Un
attimo di pazienza, che succede?
(Ripone gli occhiali, chiude la cartellina)
Qui a maggio andiamo a casa: non entriamo in Parlamento. La storia già la
conosco. L’Italia dei Valori è finita domenica sera, a Report. Mediaticamente
siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio, di un sistema politico e
finanziario che non ha più bisogno di noi.
Chi
spegne la luce?
Noi, non più io. Combattiamo, ma sarà dura:
porte sbarrate a sinistra, porte sbarrate ovunque. Siamo isolati, speriamo che
i nostri elettori ci aiutino.
E
se va male?
Faremo opposizione fuori dal Palazzo. E
tiferemo per Beppe Grillo.
Una
domanda tormenta gli italiani, quante proprietà possiede, 54 o 56?
Mi faccia ridere un po’. I miei figli
scherzano: tu perché hai 8 fabbricati e io solo 7? In realtà, entrambi hanno
una casa a Milano, comprati su progetto, per risparmiare, attraverso una
cooperativa, e una quota di eredità materna a Bergamo. Tutto qua.
E
sua moglie? I suoi 49 terreni e 7 fabbricati a Montenero di Bisaccia?
Lei è ricca di famiglia. Non ha beneficiato
dei miei guadagni, anzi. Ha uno studio fortissimo, è indipendente, è una donna
intelligente e rispettabile. Non è la moglie di Di Pietro. A Montenero ho
appezzamenti per gli ulivi, il grano e baracche per il trattore e addirittura
la stalla. Queste sarebbero le mie ricchezze?
Non
è povero.
Mica mi lamento? Ma sono soldi sudati e
ricevuti vincendo cause per diffamazione.
Per
due volte, a Roma e Busto Arsizio, ha comprato due appartamenti e li ha dati in
affitto al partito. Non è strano?
Non c’è nulla di irregolare. Certo, non lo
rifarei. Ma io ho messo in piedi una macchina quando Internet non esisteva e
non avevo i capitali necessari.
Nel
’95 la signora Borletti le lasciò quasi 1 miliardo di lire in donazione.
La data è importante: non facevo politica,
mi difendevo in tribunale. Ho incassato i soldi in due rate, nel ’98 e nel ’99
e in parte li ho utilizzati per l’Idv che cominciava da zero lire. Ho commesso
tanti errori, lo ammetto. Chiedo scusa, e ricomincio. Ma su questi fatti sono
perseguitato, e non per caso.
Cosa
pensa di scontare?
Quello che rompe le scatole al governo di
Mario Monti e critica il presidente Napolitano per il conflitto d’attribuzione
con la Procura di Palermo viene automaticamente escluso. Io lo sapevo, ma non
posso rinunciare ai principi dell’Idv.
Crolla
tutto.
E noi cerchiamo di riparare il tetto. Non è
stato facile, però avremo regole ancora più stringenti sui soldi che gestiscono
i gruppi regionali e sui candidati per le prossime elezioni.
Farete
le primarie?
Subito, in rete. Chiunque potrà presentare
il proprio curriculum, che sia un iscritto al partito o un semplice
simpatizzante, un comitato di garanti esaminerà la candidatura e un sistema
elettronico, come quelli che usa Grillo, selezionerà i migliori. Così eviteremo
i casi Sergio De Gregorio. Deve sapere che io, Grillo, lo ammiro e lo copio.
E i
casi Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo nel Lazio, indagato per peculato?
L’ho conosciuto giovanissimo, laureato,
educato, preparato. Ha fatto carriera. Era insospettabile. Come potevo
immaginare queste accuse? Se ci fosse la preveggenza, non ci sarebbero i
divorzi. L’Italia dei Valori, però, adesso è un divorzio continuo.
Ce
l’ha con Bersani?
No, per carità. Anche lui è vittima di un
sistema. Se ne accorgerà, quando gli faranno le scarpe.
Si
spieghi, Di Pietro.
Quando dovrà formare il nuovo governo e
Monti sarà pronto per il bis.
Teme
di non farcela, stavolta?
Sì, ma chi s’arrende è già perduto. E io
questi adagi popolari non li dimentico.
Nessun commento:
Posta un commento