da: Il Fatto Quotidiano
Evasione
fiscale, giro di vite ai blocchi di partenza. Sulla carta
Con
un anno di ritardo l'Agenzia delle Entrate è quasi pronta a lanciare
redditometro, spesometro e grande fratello dei conti correnti. Ma secondo gli
addetti ai lavori per i paperoni che non pagano le tasse cambierà poco
di Giorgio
Faunieri
Con un anno di ritardo, sembra ormai sulla
rampa di lancio il nuovo redditometro,
lo strumento che dal primo gennaio dovrebbe verificare la verosimiglianza del reddito dichiarato dal contribuente passando
per la sua capacità di spesa con dei
riferimenti sulla carta più realistici rispetto al passato. A misurare le
spese, infatti, non ci saranno i vecchi coefficienti che hanno generato
equivoci, ricorsi e polemiche, ma le 100
voci estrapolate dal paniere Istat.
Uno strumento, quindi, che sulla carta
dovrebbe fare da perno a quello che nelle intenzioni dovrebbe diventare un
imminente giro di vite sull’evasione fiscale che, per assestare un duro colpo a
chi non paga le tasse, passerà anche attraverso spesometro e monitoraggio
dei conti bancari, il tassello,
quest’ultimo, sul quale l’Agenzia delle Entrate ripone le maggiori speranze. In
pratica una sorta di grande fratello fiscale la cui entrata in funzione è stata
rallentata dal Garante della privacy. A partire dallo scorso 31 ottobre,
infatti, gli istituti di credito avrebbero
dovuto comunicare al Fisco i movimenti
dei conti correnti dei loro clienti ma il Garante ha preteso maggiori
tutele sulle modalità di invio di dati così delicati ed è atteso il
provvedimento con le indicazioni necessarie.
Quanto al nuovo redditometro, sarà preceduto dal Redditest, un software che consentirà al contribuentedi verificare se la sua dichiarazione dei redditi è compatibile col suo tenore di vita. Lo spesometro, invece, è già in parte operativo ed entro il 31 gennaio gli intermediari finanziari dovranno inviare al Fisco i dati sugli acquisti di oggetti di lusso (per un controvalore superiore ai 3.600 euro) pagati con moneta elettronica. Un armamentario sulla carta di tutto rispetto, ma negli studi tributari sembra serpeggiare più l’ansia per la mole di lavoro burocratico in arrivo che non il timore dei clienti di dover pagare più tasse. Anzi, qualcuno arriva a sostenere che, oltre a non dare gli effetti sperati, le nuove norme avranno un effetto recessivo. “Quando tutti questi strumenti saranno pienamente operativi il Fisco avrà effettivamente a disposizione una mole enorme di dati per effettuare le proprie verifiche. Ma questo non significa che riuscirà a scovare più facilmente gli evasori. I dati bisogna saperli usare”, sottilinea per esempio il partner di uno studio milanese che si occupa di tutelare gli interessi dei paperoni di casa nostra che ha chiesto di mantenere l’anonimato.
Quanto al nuovo redditometro, sarà preceduto dal Redditest, un software che consentirà al contribuentedi verificare se la sua dichiarazione dei redditi è compatibile col suo tenore di vita. Lo spesometro, invece, è già in parte operativo ed entro il 31 gennaio gli intermediari finanziari dovranno inviare al Fisco i dati sugli acquisti di oggetti di lusso (per un controvalore superiore ai 3.600 euro) pagati con moneta elettronica. Un armamentario sulla carta di tutto rispetto, ma negli studi tributari sembra serpeggiare più l’ansia per la mole di lavoro burocratico in arrivo che non il timore dei clienti di dover pagare più tasse. Anzi, qualcuno arriva a sostenere che, oltre a non dare gli effetti sperati, le nuove norme avranno un effetto recessivo. “Quando tutti questi strumenti saranno pienamente operativi il Fisco avrà effettivamente a disposizione una mole enorme di dati per effettuare le proprie verifiche. Ma questo non significa che riuscirà a scovare più facilmente gli evasori. I dati bisogna saperli usare”, sottilinea per esempio il partner di uno studio milanese che si occupa di tutelare gli interessi dei paperoni di casa nostra che ha chiesto di mantenere l’anonimato.
Già oggi,
ricorda, l’Agenzia guidata da Attilio
Befera dispone di molte informazioni che non usa. “Ogni acquisto od operazione che viene
effettuata con il codice fiscale
viene comunicata all’anagrafe tributaria,
ma ancora di recente è capitato che nel corso di una verifica il Fisco abbia
chiesto a un mio cliente di produrre un contratto di affitto regolarmente
registrato e dunque già in mano all’anagrafe tributaria”, sottolinea. Per
capire le vere intenzioni del governo in materia di evasione fiscale, l’esperto
invita quindi a guardare le decisioni che verranno prese in tema di accordi con
la Svizzera (quelli che da diversi mesi ormai ogni tanto sembrano in dirittura
d’arrivo salvo poi non concludersi mai) e di abuso di diritto, che si ha per
esempio quando si fa passare una vendita per una donazione al solo fine di non
pagare le tasse. Si tratta di due nodi che riguardano quasi esclusivamente i grandi
evasori e coloro che possono permettersi di pagare le consulenze dei migliori
professionisti in materia di elusione fiscale.
“Con le nuove norme il Fisco diventa ancora
più invasivo. Ma più che stanare gli evasori, incute terrore ai piccoli-medi contribuenti”, aggiunge un commercialista
milanese . “Più di un mio cliente per paura di non essere in linea con
redditometro, spesometro e studi di settore ha preferito rinunciare a degli
acquisti importanti – prosegue – il fatto che l’onere della prova sia in molti casi a carico del contribuente è vessatorio e spesso chi finisce nelle
maglie del Fisco è chi ha perso la fattura dell’asilo del figlio portata in
deduzione”. E intanto “chi crede che con le nuove norme basterà schiacciare un
pulsante sul computer per avere la lista degli evasori si sbaglia di grosso”,
conclude il fiscalista.
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