Che cos’è il beauty contest per le
frequenze
Ieri, martedì 10 aprile, il ministro dello Sviluppo economico Corrado
Passera ha spiegato che il “beauty contest” per le
nuove frequenze televisive sarà azzerato. L’annuncio arriva a meno di dieci
giorni dalla fine della pausa di riflessione decisa dal governo, poco dopo il
suo insediamento, per valutare la situazione e analizzare la decisione assunta
dal precedente governo Berlusconi, orientato a dare gratuitamente i nuovi
canali di trasmissione. I dettagli non sono ancora del tutto noti, ma Passera
ha detto che il governo organizzerà una vendita pubblica delle frequenze, con
concessioni che potranno anche avere diverse durate.
Che cos’è un “beauty contest”
In linea di massima, con beauty contest (che letteralmente
significa “concorso di bellezza”) si intende un sistema utilizzato per dare
determinate risorse a soggetti che le possono utilizzare nel miglior modo
possibile, facendole quindi rendere al meglio dal punto di vista economico e
finanziario. Di solito, la decisione su quali siano i soggetti più adatti viene
assunta da una commissione che verifica le qualità di chi è in competizione,
scegliendo infine i soggetti che rispondono di più alle caratteristiche
desiderate da chi sta promuovendo l’operazione. In pratica, qui starebbe la
presunta similitudine con un concorso di bellezza, la giuria sceglie il
concorrente (o i concorrenti) che dimostra di avere le migliori caratteristiche
per far rendere la risorsa che sarà conferita.
Salvo diverse indicazioni, il beauty contest è aperto a tutti coloro che
vogliono partecipare, a patto che rispettino determinate caratteristiche
necessarie per far parte del concorso. Il sistema, inoltre, è diverso dall’asta
perché non prevede la vendita del bene a chi fa la migliore offerta senza
prendere in considerazione le caratteristiche dell’offerente e il tipo della
sua offerta.
Asta e beauty contest
Nel caso di un’asta, il governo ottiene informazioni di cui altrimenti
non disporrebbe sulla disponibilità dei
partecipanti a pagare come minimo una
certa cifra per ottenere il bene in vendita. La competizione tra i diversi
soggetti che concorrono per avere il bene fa sì che in genere il prezzo base
aumenti, cosa che permette al governo di ottenere più denaro che può essere
speso in servizi e altri beni per i cittadini. Con il beauty contest c’è,
invece, il rischio di affidare il bene messo a disposizione a un prezzo molto
inferiore rispetto al suo valore reale. Questo secondo sistema ha, però, il
vantaggio di affidare la risorsa messa a disposizione al soggetto che potrà
utilizzarla e farla rendere meglio, senza attribuire troppo peso alla sola resa
della vendita come avviene nel caso dell’asta. Gli economisti dibattono da
tempo su quale dei due sistemi sia il migliore per dare benefici alla comunità.
Occorre comunque ricordare che tra asta e beauty contest ci sono spesso forme
intermedie, che prevedono per esempio la possibilità di partecipare a un’asta
solo se si possiedono particolari condizioni tecniche e finanziare.
Frequenze
In palio ci sono diverse frequenze per la trasmissione di nuovi canali televisivi. In totale devono essere collocati sei multiplex, termine con cui viene definito il sistema di diffusione del segnale televisivo digitale che consente di trasmettere più canali su una stessa frequenza. Questo sistema, che progressivamente sta portando alla sostituzione dell’analogico con il digitale terrestre, permette quindi – in teoria – a più operatori di accedere al mercato televisivo e di dar vita al tanto acclamato “pluralismo” citato nei testi di legge che regolamentano la gestione della tv nel nostro paese.
In palio ci sono diverse frequenze per la trasmissione di nuovi canali televisivi. In totale devono essere collocati sei multiplex, termine con cui viene definito il sistema di diffusione del segnale televisivo digitale che consente di trasmettere più canali su una stessa frequenza. Questo sistema, che progressivamente sta portando alla sostituzione dell’analogico con il digitale terrestre, permette quindi – in teoria – a più operatori di accedere al mercato televisivo e di dar vita al tanto acclamato “pluralismo” citato nei testi di legge che regolamentano la gestione della tv nel nostro paese.
Scadenze
Nell’articolo pubblicato da Repubblica ieri, Goffredo De Marchis ipotizza che almeno due o tre dei sei multiplex a disposizione possano essere affidati agli operatori con una concessione più breve del previsto, destinata a finire nel 2015. Questi multiplex a breve scadenza potrebbero essere quelli appartenenti alla frequenza intorno ai 700 MHz, adatta per la trasmissione dei dati in banda larga e quindi in futuro valida per Internet, anche se per ora gli operatori telefonici non hanno mostrato molto interesse per via dei grandi investimenti avviati per le reti LTE, il cosiddetto 4G. Le altre frequenze, invece, potrebbero avere concessioni con scadenze più lunghe perché si adattano principalmente alla trasmissione dei canali tv con le attuali tecnologie.
Nell’articolo pubblicato da Repubblica ieri, Goffredo De Marchis ipotizza che almeno due o tre dei sei multiplex a disposizione possano essere affidati agli operatori con una concessione più breve del previsto, destinata a finire nel 2015. Questi multiplex a breve scadenza potrebbero essere quelli appartenenti alla frequenza intorno ai 700 MHz, adatta per la trasmissione dei dati in banda larga e quindi in futuro valida per Internet, anche se per ora gli operatori telefonici non hanno mostrato molto interesse per via dei grandi investimenti avviati per le reti LTE, il cosiddetto 4G. Le altre frequenze, invece, potrebbero avere concessioni con scadenze più lunghe perché si adattano principalmente alla trasmissione dei canali tv con le attuali tecnologie.
Azzeramento
L’ex ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, aveva deciso con il governo Berlusconi che i sei multiplex fossero assegnati senza asta e con un beauty contest gratuito. I canali televisivi sarebbero stati dati in concessione agli operatori più adatti a far rendere meglio la risorsa, quindi probabilmente Rai e Mediaset con un evidente conflitto di interessi. Il governo di allora aveva anche previsto un vincolo di proprietà delle frequenze molto breve, cinque anni, dopo il quale i proprietari avrebbero potuto rivendere le frequenze.
L’ex ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, aveva deciso con il governo Berlusconi che i sei multiplex fossero assegnati senza asta e con un beauty contest gratuito. I canali televisivi sarebbero stati dati in concessione agli operatori più adatti a far rendere meglio la risorsa, quindi probabilmente Rai e Mediaset con un evidente conflitto di interessi. Il governo di allora aveva anche previsto un vincolo di proprietà delle frequenze molto breve, cinque anni, dopo il quale i proprietari avrebbero potuto rivendere le frequenze.
Quanto
A febbraio, gli analisti di Mediobanca hanno stimato che, con un’asta al posto del beauty contest, lo Stato potrebbe incassare tra 1 e 1,2 miliardi di euro. Non si tratta di una cifra enorme, se confrontata con precedenti aste per altre frequenze, ma sarebbe comunque una voce in entrata in più per i bilanci pubblici messi a dura prova dalla crisi economica.
A febbraio, gli analisti di Mediobanca hanno stimato che, con un’asta al posto del beauty contest, lo Stato potrebbe incassare tra 1 e 1,2 miliardi di euro. Non si tratta di una cifra enorme, se confrontata con precedenti aste per altre frequenze, ma sarebbe comunque una voce in entrata in più per i bilanci pubblici messi a dura prova dalla crisi economica.
Quando
È difficile valutare quali potrebbero essere i tempi per la messa all’asta delle frequenze. Dopo l’ufficializzazione della scelta, il governo dovrà attendere il parere della Commissione europea sulla materia e naturalmente il parere dei partiti che costituiscono l’attuale maggioranza. Infine, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni dovrà fare le proprie valutazioni e stabilire un calendario. In assenza di particolari intoppi, il nuovo bando per l’asta di assegnazione potrebbe essere pronto entro l’inizio dell’estate.
È difficile valutare quali potrebbero essere i tempi per la messa all’asta delle frequenze. Dopo l’ufficializzazione della scelta, il governo dovrà attendere il parere della Commissione europea sulla materia e naturalmente il parere dei partiti che costituiscono l’attuale maggioranza. Infine, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni dovrà fare le proprie valutazioni e stabilire un calendario. In assenza di particolari intoppi, il nuovo bando per l’asta di assegnazione potrebbe essere pronto entro l’inizio dell’estate.
Nessun commento:
Posta un commento