giovedì 19 aprile 2012

Lombardia, fondi neri Sanità: la lettera della signora Vites, moglie di Simone, amico di Roberto Formigoni


C’è un “particolare” che mi sfugge, in questa lettera inviata al Corriere della Sera da parte della moglie di Antonio Simone: Carla Vites, che si definisce “ciellina della prima ora”.
La signora si accorge solo all’alba dell’aprile 2012 di alcune caratteristiche di Roberto Formigoni? Solo ora parla di alcuni vezzi formigoniani.
Per l’amor di Dio: meglio tardi che mai e roba simile ma, capire chi siamo, dove andiamo con chi e perché, è qualcosa che laicamente dovrebbe appartenere (uso questo verbo super inflazionato dai Cl) ai cattolici.
Già. Ai cattolici. Non agli integralisti cattolici.

La signora Vites, la cui rabbia capisco e rispetto, dovrebbe sapere – da anni – che all’interno del suo gruppo d’integralisti o intorno, vi sono persone – pochissime, ma esistono – che si chiedevano cosa c’entrasse Comunione e Liberazione e non solo Roberto Formigoni con lo spirito di Don Giussani.
Certi atteggiamenti non sono che la conseguenza palese di una concezione e visione dei propri principi. Laici e cattolici. Per dirla alla Benedetto XVI: «Perché facciamo quello che facciamo?».

E’ evidente che, all’avvicinarsi della successione al trono della Regione Lombardia e dopo aver raccolto e ignorato parecchi disgusti di cattolici e alcuni interni a Cl, Roberto Formigoni non serve più e viene scaricato. Non che sia privo di responsabilità. La stessa che hanno Comunione Liberazione e la sua congregazione di coop “bianche”: la Compagnia delle Opere. Quelle di essere stati una lobby politico-finanziaria più che un’associazione cattolica coerente con il messaggio cristiano e, anche, con i dettami del loro guru fondatore: Don Giussani.
Messaggio che, in realtà, ho sempre faticato a comprendere e siccome ritengo che dietro a certo “ermetismo” ci stia una potenziale quando non concreta truffa mentale, sono stata – da sempre – avversaria della concezione di Comunione e Liberazione.
La differenza tra me - che ho da subito avuto una sensazione precisa di ciò che fosse Cl – e la signora Carla Vites “ciellina della prima ora” è che non sono sorpresa da certi atteggiamenti di Formigoni perché li trovo, appunto, la conseguenza di una concezione/visione integralista e distorta che, nel tempo, acceca e rincoglionisce.
E’ vero che all’interno di Comunione e Liberazione ci sono persone che s’impegnano, che mettono a disposizione tempo, idee, volontà, soldi (pochi…sono più capaci di organizzare raccolte di fondi altrui!) e che conducono una vita che appare più coerente con il messaggio del loro guru fondatore ma, in realtà, sono in preda – inconsciamente – a una concezione integralista che, prima o poi, o cede il passo alla ragione, allora: abbandonano la congrega o devia in atteggiamenti di prepotenza, di supremazia, di controllo totalitario delle menti, delle azioni. Comunione e Liberazione è e rimane una setta. Né più né meno.
Ovviamente, se certi atteggiamenti “deviati e devianti”, sono di personaggi pubblici che gestiscono la cosa pubblica non è difficile intuire dove porti la deriva….Che arrivi in Costa Smeralda non è poi così significativo e rilevante. 

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