L’assemblea degli
azionisti di Mediaset si è riunita ieri. Ha approvato il bilancio consolidato
del Gruppo Mediaset e deliberato la distribuzione del dividendo. Il Consiglio
di Amministrazione ha confermato in carica Fedele Confalonieri come presidente.
Il principe sul pisello, detto: Piersilvio Berlusconi, è stato
confermato come Vice presidente e Giuliano
Andreani – dato mesi fa in odore di trombamento - ha mantenuto la carica di Amministratore
Delegato di Mediaset.
In questo momento,
trombare Andreani equivarrebbe ad
affermare implicitamente che i risultati peggiorativi di Mediaset non sono
imputabili alla sola crisi economica ma a una gestione non appropriata. Non
sarebbe un segnale opportuno da mandare ai mercati. Sì, quelli lì, tanto cari a
Monti.
Per mantenere il
posto, Andreani punterà su nuovi progetti: far crescere la raccolta sulla tv
digitale free e pay e su Internet. Relativamente al web, ha annunciato di aver
avviato trattative con gruppi internazionali per sviluppare, entro l’estate, la
raccolta sul web.
A chi collega il calo pubblicitario con l’uscita di scena di
Silvio Berlusconi da presidente del consiglio, Andreani così risponde: «Non c'entra nulla. Il problema è che la gente non consuma in
Italia, così come in Francia, in Germania e negli Usa». Tanto è vero che «i
risultati migliori sulla raccolta pubblicitaria li ho ottenuti con Prodi e
D'Alema presidenti del Consiglio».
D’Alema sarà sicuramente contento nell’apprendere
quanto sopra..
Passiamo alle dichiarazioni del mio preferito: Zio Confi.
Ha rassicurato sul
futuro di Mediaset. Non è un’azienda
in crisi ma, nel contempo, ha preannunciato sacrifici per tutto il 2012 e un piano di tagli dei costi
per 250 milioni in tre anni:
«Stiamo facendo e faremo sacrifici. Continueremo a
farli anche per tutto il 2012. Alla fine
Mediaset sarà
molto più leggera e notevolmente più efficiente. Tutto questo
senza impoverire le nostre offerte. L’obiettivo non è conservare l’azienda,
pensiamo piuttosto a svilupparla per i prossimi anni, ridisegnandola perché
possa muoversi in un mondo diverso da quello che ci ha visto nascere e
prosperare».
In merito alla pay tv: «E’ qualcosa di
rilevante sul nostro bilancio: il break even economico (zio Confi parla
agli analisti…per la plebe = pareggio di bilancio) ancora non c’è, ma quello strategico assolutamente sì, perché l’ingresso
in questo settore cinque anni fa ha impedito alla Tv satellitare di raggiungere
gli obiettivi che si era prefissata. Se li avesse raggiunti, oggi lo scenario
competitivo ci vedrebbe molto probabilmente soccombenti».
In merito a Endemol: Mediaset «non e' stata in grado di far prevalere le sue logiche industriali e
la decisione di uscire dalla partita e' stata ‘una scelta di buon senso’. Non
giriamoci intorno, non siamo riusciti a far prevalere le nostre logiche da
industria televisiva a fronte di soci
puramente finanziari. Uscire alla fine quando ormai il 94% del capitale era
in mano a soci finanziari è stata una scelta di buon senso».
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