Concordo con
Deaglio quando scrive che “le Borse hanno hanno
guardato soprattutto ai parametri finanziari. Si accorgono ora, a loro
danno, di avere colpevolmente trascurato
parametri sociali…”
(http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/04/mario-deaglio-il-tramonto-dei-parametri.html)
(http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/04/mario-deaglio-il-tramonto-dei-parametri.html)
Mi chiedo – e qui
sta la mia diversità concettuale e pratica sia con Deaglio, sia con Monti e
molto probabilmente con Elsa Fornero (non perché moglie di Deaglio ma perché ministro)
– se i Mercati possano immettere, considerare, tra i loro parametri i fattori
sociali.
Mi sembra un
cambiamento culturale e, conseguentemente, di controllo del potere e
conseguentemente del business.
E’ vero che i
Mercati dovrebbero considerare che stabilità, consenso, si ottengono e
mantengono anche con equilibrio sociale. Perché non vi è altro parametro
sociale che la riduzione delle disparità sociali.
Solo che, eliminare
le differenze è impossibile. E inverosimile nell’era del capitalismo. Ridurre,
avvicinare i ceti sociali è qualcosa di diverso, lento. E’ un investimento nel
tempo. E i Mercati sarebbero interessati a questo investimento
culturale-politico che, tra l’altro, non chiede solo una classe politica da
“terza-via” ma anche un cambiamento di stile di vita degli italiani?
Non ci credo. Non
ci crederò mai.
Se vogliamo
volgerci verso un riequilibrio sociale, dovremo farlo senza di loro. Senza il
ricatto dei Mercati. Senza badare alle fluttazioni delle Borse, senza il
bollettino giornaliero dello spread…
Il problema non è
però: ma quanto sono “cattivi” questi Mercati che non modificano le loro
logiche di parametro. Il problema è che non esiste una classe politica da
“terza-via”, cioè non liberista e non comunista. Con una concezione di riformismo
senza trucchetti e truffe mentali.
Vi è comunque da
dire che se anche vi fosse, non avrebbe vita lunga in un paese reale ancora
imprigionato da individualismi, furbizie, stili di vita consumustici. Quegli
stili di vita che piacciono ai Mercati. Che non vorrano certo che ci
rinunciamo…
E qui arriviamo
alla solita truffa.
Quando ci parlano
di “Crescita” intendono: ritornare indietro di qualche anno, a un modello
sociale che è comunque squilibrato socialmente. E, allora, perché i Mercati
dovrebbero cambiare parametri: non più finanziari ma sociali (posto che, ci
intendiamo su cosa siano quest’ultimi) quando la Crescita di Monti, del
centro-destra che verrà successivamente – Casini in testa – ci riporterà, nella
”migliore” delle ipotesi a reimmettere alcuni migliaia o anche due o tre
milioni di italiani nella situazione economica di qualche anno fa?
Se la volete
chiamare Crescita…
A me pare che
analisti, giornalisti e anche qualche politico, si esercitino nei soliti bei concetti
dialettici ma…la musica è sempre quella: la truffa mentale ha un suono stonato.
La Crescita non è nient’altro che far uscire dalla decrescita una parte di
italiani. E’ per questo che le crisi sono cicliche. Vanno e vengono.
La concezione
liberista di Silvio Berlusconi e dei suoi compagni di merenda, “giornalisti”
inclusi, era quella di aspettare che la crisi passasse. Alcuni italiani
rimanevano sul campo, ma poi si sarebbe tornati alla situazione precedente.
E Monti che pensa.
Che vuole. Anche lui vuole toppare i buchi per riportare gli italiani alla
situazione precedente la crisi o ha ambizioni mentali e sociali più elevate?
Nessun commento:
Posta un commento