martedì 24 aprile 2012

I parametri delle Borse: perchè cambiarli se la Crescita è solo ritornare alla situazione precedente


Concordo con Deaglio quando scrive che “le Borse hanno hanno guardato soprattutto ai parametri finanziari. Si accorgono ora, a loro danno, di avere colpevolmente trascurato parametri sociali…” 
(http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/04/mario-deaglio-il-tramonto-dei-parametri.html)

Mi chiedo – e qui sta la mia diversità concettuale e pratica sia con Deaglio, sia con Monti e molto probabilmente con Elsa Fornero (non perché moglie di Deaglio ma perché ministro) – se i Mercati possano immettere, considerare, tra i loro parametri i fattori sociali.
Mi sembra un cambiamento culturale e, conseguentemente, di controllo del potere e conseguentemente del business.
E’ vero che i Mercati dovrebbero considerare che stabilità, consenso, si ottengono e mantengono anche con equilibrio sociale. Perché non vi è altro parametro sociale che la riduzione delle disparità sociali.
Solo che, eliminare le differenze è impossibile. E inverosimile nell’era del capitalismo. Ridurre, avvicinare i ceti sociali è qualcosa di diverso, lento. E’ un investimento nel tempo. E i Mercati sarebbero interessati a questo investimento culturale-politico che, tra l’altro, non chiede solo una classe politica da “terza-via” ma anche un cambiamento di stile di vita degli italiani?
Non ci credo. Non ci crederò mai.
Se vogliamo volgerci verso un riequilibrio sociale, dovremo farlo senza di loro. Senza il ricatto dei Mercati. Senza badare alle fluttazioni delle Borse, senza il bollettino giornaliero dello spread…

Il problema non è però: ma quanto sono “cattivi” questi Mercati che non modificano le loro logiche di parametro. Il problema è che non esiste una classe politica da “terza-via”, cioè non liberista e non comunista. Con una concezione di riformismo senza trucchetti e truffe mentali.
Vi è comunque da dire che se anche vi fosse, non avrebbe vita lunga in un paese reale ancora imprigionato da individualismi, furbizie, stili di vita consumustici. Quegli stili di vita che piacciono ai Mercati. Che non vorrano certo che ci rinunciamo…

E qui arriviamo alla solita truffa.
Quando ci parlano di “Crescita” intendono: ritornare indietro di qualche anno, a un modello sociale che è comunque squilibrato socialmente. E, allora, perché i Mercati dovrebbero cambiare parametri: non più finanziari ma sociali (posto che, ci intendiamo su cosa siano quest’ultimi) quando la Crescita di Monti, del centro-destra che verrà successivamente – Casini in testa – ci riporterà, nella ”migliore” delle ipotesi a reimmettere alcuni migliaia o anche due o tre milioni di italiani nella situazione economica di qualche anno fa?
Se la volete chiamare Crescita…

A me pare che analisti, giornalisti e anche qualche politico, si esercitino nei soliti bei concetti dialettici ma…la musica è sempre quella: la truffa mentale ha un suono stonato. La Crescita non è nient’altro che far uscire dalla decrescita una parte di italiani. E’ per questo che le crisi sono cicliche. Vanno e vengono.
La concezione liberista di Silvio Berlusconi e dei suoi compagni di merenda, “giornalisti” inclusi, era quella di aspettare che la crisi passasse. Alcuni italiani rimanevano sul campo, ma poi si sarebbe tornati alla situazione precedente.
E Monti che pensa. Che vuole. Anche lui vuole toppare i buchi per riportare gli italiani alla situazione precedente la crisi o ha ambizioni mentali e sociali più elevate?

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