venerdì 27 aprile 2012

Gli scassa palle: Youtube, Napolitano, Google


Se dovessi fare una classifica di “ciò” e “chi” mi ha più scassato le palle da tre mesi ad oggi, questo è il podio:

1. Youtube
e le norme obsolete e ingestibili del copyright. In particolare: i miei strali vanno a Paramount….e a tutti i proprietari dei diritti d’autore che beneficiano della conoscenza degli utenti, dei loro contenuti, del “passa parola”, della pubblicità diretta e indiretta che gli facciamo – gratuitamente - anche tramite la pubblicazione di parziali contenuti non a regola copyright.

2. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
che, in qualità di sponsor di Monti e del suo governo, a ogni stormir di sondaggio che dà il protetto in discesa ci spiega cosa dobbiamo o non dobbiamo pensare. Certo. Lo fa per il nostro bene. Certo. Avrà anche delle ragioni. Solo che, sono uscita dalla fase adolescenziale da parecchio tempo (e non è che manco ai tempi dessi tanto retta ai più anziani….) e non ho bisogno di lezioni su politica e antipolitica.

3. Google.
Ha iniziato a marzo con il cambiamento delle regole sulla privacy costringendomi a leggere pagine di regolamento. Peccato che non abbia colto l’occasione per “ricordare” come non lasciare traccia della propria navigazione (impostazione account, vai alla cronologia web: “no grazie”).
Poi ci sarebbe il tardivo tentativo d’imitazione di Facebook e Twitter con “Google +”. Altra robetta che è opportuno conoscere per decidere se fa al caso nostro o quale trappole nasconda.
E ora arriva Google Drive. Che ha qualche funzione interessante. Ma anche qui: attenzione alle contraddizioni tra certe regole e quanto precisato a “Il Fatto Quotidiano” (post sotto).
Se Google Drive è solo uno spazio dove collocare i miei contenuti ai quali può accedere solo chi decido io, che significa scrivere nelle condizioni di utilizzo: “fornire informazioni per aiutare i titolari di copyright a gestire la loro proprietà intellettuale online”.
Significa, necessariamente, che Google fa un monitoraggio. Tutto bene (?!). Purchè sia chiaro per tutti.
E tutti gli utenti web siano messi in condizione di conoscere ciò che è basilare per decidere se aderire o no ad un servizio conoscendone le implicazioni.

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