martedì 17 aprile 2012

Soldi ai partiti: il trio ABC (Alfano, Bersani, Casini) non vuole mollare neanche un euro


Abc non molla il bottino
Pd, Pdl e Udc: «Errore abolire i finanziamenti ai partiti».

Abolire del tutto i finanziamenti pubblici ai partiti «sarebbe un errore drammatico». Lo hanno detto in coro i tre leader della maggioranza Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini.
Nella relazione della loro proposta di legge sulla trasparenza dei partiti, i segretari di Pdl, Pd e Terzo Polo hanno sostenuto che «cancellare i finanziamenti pubblici ai partiti, già drasticamente tagliati dalle manovre 2010-2011, punirebbe tutti allo stesso modo e metterebbe la politica nelle mani delle lobbies».
«Il finanziamento pubblico dei partiti presuppone regole certe che garantiscano la trasparenza e il controllo dei bilanci», si legge nella relazione alla proposta di legge. Sarebbe però un «errore drammatico», secondo i leader della maggioranza, cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, anche perché la politica diventerebbe succube di «centri di potere e di interesse particolare».

«Finanziamenti per riformare i partiti». Piuttosto, secondo 'Abc', «il punto è un altro: trasformare il finanziamento pubblico nella leva per riformare i partiti. Come ha ricordato Napolitano, è necessario sancire per legge regole di democraticità e trasparenza nella vita dei partiti e meccanismi corretti e misurati di finanziamento della loro attività».
Questa dunque è l'opinione di Pd, Pdl e Terzo Polo sulla polemica che ha travolto la politica dopo le recenti inchieste giudiziarie del caso Lusi-Margherita e del terremoto nella Lega Nord.
Partiti con personalità giuridica. Per Alfano, Bersani e Casini, «la strada maestra è quella della discussione e dell'approvazione di una legge organica che trasformi i partiti in associazioni riconosciute, dotate di personalità
giuridica, con precisi requisiti statutari».
Con la legge firmata da 'Abc' si intende dunque «approvare anticipatamente, nei tempi più rapidi possibili, una nuova normativa sulla trasparenza e sui controlli».

Una Commissione ad hoc per il controllo dei bilanci

Il testo della proposta di legge sulla trasparenza dei partiti riprende senza variazioni l'emendamento al decreto fiscale, dichiarato inammissibile la scorsa settimana, ed è composto da un solo articolo di nove commi. Non si parla dell'entità dei rimborsi elettorali e non si fa cenno nemmeno allo slittamento annunciato da Bersani (da luglio a settembre) della rata di finanziamenti di quest'anno.
Se approvata, per 'Abc' la legge è destinata a «cambiare immediatamente le regole su alcuni aspetti cruciali della gestione finanziaria dei partiti», dai sistemi di controllo alle sanzioni e la trasparenza. Tra le misure ci sarebbero l'ntroduzione di una Commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti e pesanti sanzioni in caso di irregolarità.
Sistemi di controllo. Nella relazione si legge che «sono rese obbligatorie per legge la verifica e la certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società di revisione esterne e indipendenti». I controlli esterni, superando il sistema di verifiche meramente formali effettuate dai revisori nominati da Camera e Senato, «sono attribuiti alla commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti politici».
La commissione, che ha sede presso la Camera dei deputati, è composta da tre componenti individuati nelle persone del presidente della Corte dei Conti, del presidente del consiglio di Stato e del primo presidente della corte di Cassazione, ciascuno dei quali si avvale fino a un massimo di due magistrati appartenenti ai rispettivi ordini giurisdizionali. La commissione è coordinata dal presidente della Corte dei Conti.
Le sanzioni. Chi agisce scorrettamente «deve subire non una sospensione, come accade oggi, ma una vera e propria decurtazione dei rimborsi elettorali, pari a tre volte la misura dell'irregolarità subita».
La trasparenza. «Si abbassa da 50 mila a 5 mila euro la soglia oltre la quale i contributi ai partiti vanno dichiarati pubblicamente e i conti dei partiti vanno pubblicati obbligatoriamente in internet permettendo a tutti i cittadini di verificare dove i partiti si procurano le risorse e come le impiegano».

Di Pietro: «È una presa in giro, forconi a Montecitorio»

Non si sono fatte attendere, però, le prime reazioni contrarie. Dall'Italia dei valori, Antonio di Pietro ha accusato: «In un momento così drammatico per il nostro Paese, dove il governo ha colpito le fasce sociali più deboli, la politica deve dare il buon esempio cominciando a tagliare gli sprechi e le vagonate di soldi pubblici incassati». La proposta di legge firmata 'Abc', secondo Di Pietro è «un provvedimento all'acqua di rose e una presa in giro per i cittadini e la dignità delle istituzioni». E ha concluso: «Se si continua così, i cittadini arriveranno con i forconi davanti Montecitorio».
Bocchino: «Non dimezzare i finanziamenti sarebbe immorale». Il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, ha invece commentato così su Twitter: «Se cancellare i finanziamenti ai partiti sarebbe un errore drammatico, non ridurli almeno del 50% sarebbe un atto immorale».

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