Come cittadina
italiana e come igienista (non come la Minetti, s’intende), sono soddisfatta. C’è
un ristorante a Fermignano (Pesaro-Urbino) che “consiglia” ai politici di non
metterci piede.
Bene. In un paese nel
quale non rispettano norme – di qualsiasi tipo – c’è chi tiene all’igiene.
Il ristorante che non vuole i politici Leghista:
"Equiparati a cani, ma io vado"
Succede a Fermignano,
provincia di Pesaro-Urbino, dove la Locanda la Brace espone un cartello in cui
"consiglia" ai politici di stare alla larga perché "responsabili
dei problemi del Paese". Indignato il coordinatore regionale della Lega
Nord, Luca Rodolfo Paolini: "Come gli ebrei sotto Hitler"
FERMIGNANO (Pesaro Urbino) - Se non è
un "raus!" poco ci manca, ma l'invito rivolto da un ristorante
marchigiano ai politici, a stare alla larga dai suoi tavoli perché non sono
graditi, offre una nuova prospettiva da cui osservare quel sentimento ormai
battezzato come "antipolitica". Accade a Fermignano, in provincia di
Pesaro Urbino, dove la Locanda La Brace ha esposto un cartello in cui non si
divieta ma si "consiglia" a "tutti i rappresentanti di partiti
politici a ogni livello, di qualsiasi incarico" di non entrare e di
"evitare la frequentazione" della country house, come riporta il Corriere Adriatico.
La ragione? "Le problematiche esasperanti che si stanno vivendo in questo
nostro splendido Paese, causate dalla vostra categoria".
Il titolare del ristorante, Lorenzo Vedovi, respinge l'accusa di demagogia e
ribatte: "Non tutti sono corrotti e
responsabili dei problemi che il nostro Paese sta attraversando, ma fino a quando non vi sarà alcuno che denuncerà i propri colleghi rei di illeciti, i politici sono pregati di non varcare la soglia di questo posto incontaminato". "Una provocazione" dice francamente lo stesso Vedovi all'Ansa, un modo per attirare l'attenzione sul fatto che oggi "gli imprenditori sono costretti a fare gli equilibristi".
responsabili dei problemi che il nostro Paese sta attraversando, ma fino a quando non vi sarà alcuno che denuncerà i propri colleghi rei di illeciti, i politici sono pregati di non varcare la soglia di questo posto incontaminato". "Una provocazione" dice francamente lo stesso Vedovi all'Ansa, un modo per attirare l'attenzione sul fatto che oggi "gli imprenditori sono costretti a fare gli equilibristi".
Facile immaginare che, in un momento in cui i politici in generale e i partiti
in particolare sono al gradini più basso del gradimento popolare, l'iniziativa abbia
suscitato consensi e divertimento tra la clientela della Locanda La Brace. Chi
non l'ha presa bene è il coordinatore regionale della Lega Nord, Luca Rodolfo
Paolini, che denuncia: "Politici equiparati a cani. A quando l'obbligo per
chi fa politica di girare con una stella gialla sulla giacca, come gli ebrei
sotto Hitler?". Atteggiamento strano, da parte di chi non si scandalizzava
quando proprio il suo leader, Umberto Bossi, gridava di gusto "raus!"
quando a restare "fuori" dovevano essere gli immigrati, facendosi
beffe della legge come di ogni umana solidarietà.
Ma se il vento, anche dalle parti della Lega, è cambiato, Paolini non vuole
saperne, si dice pronto a forzare il blocco e ad andare nel locale
"sfidando il proprietario ad impedirmi di entrare. Ma - rimarca - la cosa
che dovrebbe preoccupare tutte le istituzioni, e il Presidente della Repubblica
per primo, è il preoccupante livello di aggressività, bassezza e qualunquismo
cui si è arrivati in Italia, grazie a una pluriennale campagna di denigrazione
sistematica del Parlamento e della politica in generale, che sta creando un
clima molto pericoloso per le persone e per le istituzioni democratiche".
Nessun commento:
Posta un commento