C’è una tipologia di trasmissioni tivù e
radio che funziona così: si piazza una telecamera e/o un microfono sotto il
naso di un personaggio pubblico (meglio se un politico) nella speranza che dica
una puttanata. Poi la si manda in onda come un trofeo. Il giorno dopo tutti i
giornali, su quella puttanata, aprono un accanito dibattito, mettendo le ali
tanto alla puttanata quanto alla trasmissione che l’ha diffusa. Il caso più
recente è quello di Daniela Santanché, che su Radio24 ha paragonato Nicole
Minetti a Nilde Iotti (è come paragonare le sorelle Lecciso a Madame de Staél).
Con susseguente, inutile spreco di reazioni indignate, chiarimenti,
approfondimenti. Ora: fare da ricettori, anzi da ricettatori di puttanate,
specialmente in questo paese, è un gioco da ragazzi. Tra l’onorevole
ignorante che non sa in che anno siamo, il nazista che odia gli ebrei, la velina
che straparla di economia (e con Scilipoti, Borghezio e Santanché comunque
utilizzabili come jolly) c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il difficile sarebbe
usare telecamera e microfono per scovare chi dice cose intelligenti, utili o —
addirittura— belle. Ma si farebbe molta fatica (toccherebbe lavorare), e il
giorno dopo quasi nessun giornale se ne occuperebbe.
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