Pubblicità, la grande fuga dalla tv (i più popolari)
di Gabriele Di Matteo
Mentre Internet,
secondo Nielsen, in gennaio è cresciuto del 10,3%, la tv nel suo complesso cede
il 6,3% ma il dato disaggregato delle sole tv generaliste parla di un profondo
rosso: 10,7%. Vanno bene solo Sky e anche La7 registra un magro incremento.
Qualcosa insomma non va più nel modello della tv generalista. La crisi non
nasce nei vialetti di Cologno Monzese, sede di Mediaset, né a viale Mazzini.
Per trovarne la radice dobbiamo risalire i pendii di Hollywood dove si sono
insediati negli ultimi anni decine di garagestudios, che con scenografie naif e
telecamere da 150 dollari, creano dal nulla le "You Tube Star". I due
ragazzi che recitano nel video demenziale "How To Be A Ninja" hanno
un milione e 80mila fedelissimi seguaci con oltre 2 milioni di contatti per
ogni video pubblicato. Sono dei piccoli Letterman che guadagnano 70 mila
dollari l’anno pubblicando un video a settimana. Gli inserzionisti fanno a gara
per stare all’interno di un media come You Tube, che indirizza 4 miliardi di
video al giorno verso un’audience mondiale, oppure su Facebook, 25 milioni di
utenti solo in Italia. L’ascolto, il sacro share, che per le tv significa fatturato,
sta uscendo dall’alveo delle grandi reti e rifluisce nei canali web, nelle tv
areali, nei social network, nei dispositivi mobili che, secondo Cisco, nel 2016
saranno 6 miliardi nel mondo. L’ultimo polo di attrazione è Pinterest, il
classificatore di foto, ma soprattutto Google, padrone al 90% del "search
advertising" che porta nelle casse di Mountain View 10 miliardi di dollari
ogni tre mesi. I giovani, dice un media buyer milanese, fuggono la tv che si
guarda dal divano e seguono i programmi in differita sul loro Pc, solleticati
dagli amici che glieli suggeriscono via mail o Facebook. Per l’Auditel sono invisibili.
Ma torniamo ai dati resi noti da Nielsen per valutare quelli finali dell’anno scorso. La SipraRai chiude l’anno a 13%. Publitalia, che nel2011 ha incassato 2,66
miliardi dai ricavi pubblicitari lordi, morde l’osso del mercato e va a pescare
perfino nella pubblicità locale, manda in onda televendite strapaesane, ma
nonostante questo cede l’8,1% che secondo gli analisti equivale a 81,6 milioni.
Invece come si diceva esplodono i ricavi pubblicitari di Sky, che continua ad
aprire con scientifica frequenza nuovi canali: crescono del 40,9%. Ma Manzoni
Deejay fa ancora meglio balzando a +49,6. In controtendenza anche La 7, la cui
pubblicità viene curata da Urbano Cairo, che precisa: «La raccolta per la
pubblicità trasmessa e da trasmettere su La7 nel primo trimestre 2012, pari a
51,8 milioni, cresce ancora del 31% rispetto a quella del trimestre analogo del
2011». Superiore al 30% la crescita di Internet: non a caso crolla la rete
musicale Mtv (27,4%) perché il tipo di contenuto proposto è ampiamente
reperibile su Internet.
dagli amici che glieli suggeriscono via mail o Facebook. Per l’Auditel sono invisibili.
Ma torniamo ai dati resi noti da Nielsen per valutare quelli finali dell’anno scorso. La SipraRai chiude l’anno a 13%. Publitalia, che nel
Massimo Costa,
manager di Wpp e presidente di Assocomunicazione, osserva: «Si confermano le
tendenze: stabile o in leggero calo la raccolta tv con una decisa flessione
delle generaliste e una crescita delle "nuove". In calo gli
investimenti sulla stampa, soprattutto periodica, in forte crescita gli
investimenti sul digitale, un comparto destinato a rafforzarsi grazie al
crescente interesse delle aziende a presidiare i media digitali per dialogare
direttamente con i consumatori». E così torna d’attualità il sorpasso
pubblicitario di Internet sulla carta stampata, «imminente», come dice Jerry
Buhlmann, Ceo di Aegis Group: «Nel 2013 gli investimenti online supereranno
quelli della carta stampata, che avrà crescite sensibili solo in Paesi
emergenti come Cina e India». In Italia il web quest’anno assorbirà 1,2
miliardi di pubblicità e, ricorda Giorgio Gabrielli capo di Msn Advertising, «si
appresta a recuperare il terreno perduto rispetto al mercato inglese, dove le
inserzioni sul web hanno già la leadership». Un video sul web vale il doppio di
un testo, sentenzia Paolo Ainio, presidente di Banzai: «Sui grandi quotidiani
online vengono premiate le zone presidiate dai video».
voglio proprio la tua opinione su questa foto
RispondiEliminahttp://spettacolospettacolare.blogspot.it/2012/04/prima-foto-di-anthony-hopkins-nei-panni.html
Ciao Sara...dammi un attimo e...arrivo!
RispondiElimina