La Severino cerca
rogne. E le troverà.
Già il governo Monti si è “arrampicato sugli specchi”
rimodificando l’art.18 con la “manifesta insussistenza” che non significa un
organo sessuale maschile se non: nessun lavoratore licenziato – di fatto - sarà
mai reintegrato, vale a dire: arzigolo linguistico per non cambiare nulla e adesso,
mi aspetto la Severino che, con tutto il rispetto (senza ironia) del suo
scibile giuridico, se vuole fare ciò che
dichiara dovrà “arrampicarsi sugli specchi” per impedire ai blog l’”illegalità”
e nel contempo non intaccare il diritto d’opinione.
Si inventerà qualche
manifesta norma imbecille che ci costringerà a “vibranti proteste”.
Severino, bavaglio ai blog
I blog
rappresentano un fenomeno pericoloso. Almeno così la pensa il ministro della
Giustizia, Paola Severino, secondo cui bisognerebbe «reprimerne l'abuso».
Intervenendo a Perugia a un dibattito su etica e giornalismo, il Guardasigilli
ha spiegato: «Il giornale ha una sua consistenza cartacea. Il giornalista e
l'editore sono individuabili ed è dunque possibile intervenire. Il blog ha
invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile. È in
grado di provocare dei danni estremamente più diffusi. Ecco perché bisogna
vederne anche la parte oscura».
«PUÒ ESSERE UN
PUNTO CRIMINOGENO». Per Severino quello dei blog è «un fenomeno certamente
positivo per certi aspetti, ma nel quale si possono annidare anche cose negative,
può essere un punto criminogeno. Questo
mondo va regolamentato e pur nella
spontaneità che ne rappresenta la caratteristica non può trasformarsi in
arbitrio».
«LA LIBERTÀ DI
SCRIVERE NON DIVENTI ARBITRIO». Il fatto di scrivere su un blog, ha aggiunto il
ministro, «non ti autorizza a scrivere qualunque cosa soprattutto se stai
trattando di diritti di altri. Ricordiamoci che i diritti di ciascuno di noi
sono limitati da quelli degli altri. Non posso intaccarlo solo perché sono
lasciato libero di scrivere. Mi devo sentire libero di scrivere e i blog hanno
questa grandissima capacità di diffondere il pensiero in tempo reale, un
grandissimo pregio che riconosco. Ma questo non deve far trasformare la libertà
in arbitrio. Questa è una regola che tutti dovrebbero seguire».
Le parole di
Severino hanno scatenato la rabbia del Pd che, attraverso Pina Picierno, ha
affermato: «Sul bavaglio al web la nostra posizione è molto chiara. Non
accetteremo nessuna norma che introduca limitazioni, anche indirette, alla
libertà di espressione dei cittadini».
«Serve un filtro sulle intercettazioni»
Il discorso di
Severino si è poi spostato sul tema della pubblicazione di intercettazioni. L'idea sarebbe quella di
un filtro durante le indagini, assegnando «al magistrato il compito di
escludere le notizie che non sono rilevanti e attengono esclusivamente alla
sfera personale del provvedimento, anche in quelle fasi nelle quali il
provvedimento viene consegnato alle parti».
Il Guardasigilli
ha sottolineato «il diritto-dovere del giornalista di informare su fatti che
hanno una rilevanza sociale e quello del magistrato di portare avanti le
proprie indagini in una tutela della riservatezza indispensabile in alcune
fasi. Inoltre c'è il diritto del cittadino, anche sotto indagine, di vedere
pubblicate notizie che attengano all'inchiesta ma non esclusivamente la sua
vita privata e anche di non vedere sui mezzi d'informazione contenuti di
intercettazioni non rilevanti per il procedimento».
«NON VOGLIO STARE
IN POLITICA». Infine Severino ha escluso di volersi presentare in politica dopo
il 2013: «Non ho intenzione di acquisire voti», ha concluso. «Vorrei solo
acquisire, se possibile, il riconoscimento da parte degli italiani di avere
fatto qualcosa di utile affinché i mezzi di diffusione delle notizie siano correttamente
utilizzati».
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