Norah, voce fuori dal tempo
"E io ascolto Billie Holiday"
Un nuovo cd, una sola data in Italia. Riecco la Jones, dieci anni dopo
un enorme successo: "La mia musica vuol dire libertà"
di Andrea Morandi
Dopo il trionfo (inatteso) del 2002, Geethali Norah Jones Shankar, la figlia a cui Ravi Shankar voltò le spalle appena nata, aveva una carriera da spingere in discesa e invece ha continuato a cambiare direzione, tra deviazioni cinematografiche (Un bacio romantico di Wong Kar-Wai nel 2007), vendite milionarie (gli altri dischi, Feels like home, 12 milioni di copie, e Not too late, altre 5) e mutamenti di rotta
fino a Little broken hearts,
affidato alle mani dell'ex Gnarls Barkley Danger Mouse, il più quotato
produttore della
scena, in questi mesi al lavoro anche sul nuovo disco degli
U2. "Ho incontrato Danger lavorando a Rome, il disco che ha pubblicato con
l'italiano Daniele Luppi l'anno scorso" continua la Jones "abbiamo
iniziato a ragionare su un nuovo album e in due mesi era pronto, lo abbiamo
praticamente scritto a quattro mani. Credo che alla fine sia diventato un disco
sulla fine dell'amore".
Un po' country, decisamente meno jazz e un po' più pop, con una copertina ispirata alla locandina di un vecchio film di Russ Meyer (Mudhoney), il nuovo disco della Jones, che il 14 luglio sarà a Lucca per la sua unica data italiana ("Adoro quel posto, ci ho già suonato"), svela però una ragazza di 33 anni che vive, orgogliosamente, fuori dal suo tempo, ignora Twitter e Facebook ("Compero i dischi sul web, ma i social network li uso pochissimo"), ascolta solo vecchi vinili ("Billie Holiday, la mia preferita, ma anche John Coltrane e Jimmy Smith") e non smania per diventare la prossima diva: "Qualche anno fa pensavo che avrei dovuto vivere negli anni 40 o nei 60, adesso invece sono pacificata e completamente libera: credo che oggi la mia musica rifletta tutto questo".
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