da: la
Repubblica
Il motore di Google diventa semantico
di Valerio Maccari
Una ristrutturazione radicale per restare
padrona di un mercato in veloce evoluzione e dare vita alla nuova generazione
della ricerca sul web. Google si trasforma: nei prossimi mesi il motore di ricerca più popolare del mondo si sottoporrà ad un restyling intensivo, sia
dell’interfaccia sia del famoso algoritmo di ricerca che lo muove.
Innanzitutto, punendo chi bara: con il
nuovo algoritmo, infatti, scenderanno di posizione le pagine che presentano
una sovraottimizzazione per il motore di ricerca che le fa apparire più
rilevanti di quanto veramente non siano. Resterà inalterata, però, la funzione
fondamentale e più nota di Google: la possibilità per gli utenti di cercare una
parola chiave. Quello che cambierà profondamente, invece, saranno gli effetti
di una ricerca: al posto dell’attuale lista di siti, Google offrirà una pagina
più strutturata, anche graficamente, che incorporerà, oltre alla solita
"classifica" di link rilevanti, anche i risultati ottenuti attraverso
l’utilizzo della tecnologia di ricerca semantica.
Una tecnologia nota ma non ancora molto
diffusa, che prende in considerazione, oltre all’oggetto parola, anche il suo
significato. E permette, in questo modo, associazioni tra parole chiave e
pagine che trattano argomenti "correlati", anche nel caso in cui
queste ultime non contenessero il termine ricercato. Ad esempio, spiega il
search executive della società Amit Singhal, digitando nella casella di ricerca
"Google" il motore restituirà agli utenti, oltre ai risultati
"normali", anche i fondatori Larry Page e Sergey Brin, la storia
della società e informazioni
sulla città di Mountain View,. Insomma, tutte le
entity che il motore ha silenziosamente ammassato, negli ultimi due anni, in un
database contente centinaia di milioni di voci. «Google darà risposte che si
adattano di più al modo in cui percepiscono il mondo gli esseri umani»,,
continua il search executive, notando che per molte ricerche, oggi, «l’utente
incrocia le dita e spera di trovare ciò di cui veramente ha bisogno».
Tra le novità previste, infatti, c’è anche la risposta diretta alle domande
poste dagli utenti. Chiedendo al motore, ad esempio, quali sono i fiumi più
lunghi d’Italia, sulla pagina dei risultati comparirà subito la risposta, e non
solo un link che rimanda a una pagina web contenente le informazioni. Inoltre,
Google fornirà ai navigatori pure un comodo specchietto che riassume gli
attributi noti dell’oggetto cercato. Nel caso dei fiumi, lunghezza, posizione
geografica e sorgenti. Insomma, un cambiamento importante, di cui si inizieranno
a vedere gli effetti già nei prossimi mesi. IL processo di cambiamento, avverte
Singhal, non sarà breve: ci vorranno anni. Ma è un investimento che Google
ritiene necessario fare. Anche perché, nonostante Android e le applicazioni, la
ricerca web rimane la tecnologia chiave dell’azienda. È grazie alla ricerca
basata sulle parole, infatti, che Google ha ottenuto la leadership del mercato.
Ed è sempre questa tecnologia a fornire linfa vitale al sistema pubblicitario
online del motore, un business che genera la maggior parte dei 37 miliardi di
fatturato di Google.
L’intervento di restyling serve proprio a mantenere il dominio del motore sul
mercato delle ricerche. Che appare ancora assoluto, anche se in corso di
erosione: secondo i dati diffusi da ComScore, nel mercato chiave degli Stati
Uniti Google, nel 2011, ha
detenuto una quota del 66% delle ricerche sul web. Bing di Microsoft, però,
inizia a farsi strada, con un dato a dicembre scorso del 15,1%. La situazione
appare fluida anche nel resto del mondo: per gli analisti di Hitslink, Google
ha avuto, nei primi tre mesi del 2012, una quota dell’81% delle ricerche
globali. In calo dal dato medio di 83,4% del 2011, e dall’85% registrato nel
2010. Questa volta, però, il calo relativo di Google non è da addebitare alla
spietata concorrenza di Microsoft o Yahoo: è chiaro che il motore di ricerca
stia pagando lo scotto dell’esistenza di Baidu, il suo rivale cinese. Che ha
già superato Yahoo, ed è diventato il secondo motore del mondo, con una quota
del 7,59%. Quasi il 30% rispetto rispetto al 5% medio di market share portato a
casa nel 2011.
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