martedì 20 marzo 2012

Patologie web, Twitter: profili gonfiati per primeggiare nei ‘follower’

Il problema, di questi tempi, è che se cerchi uno psichiatra per ‘sti malati di protagonismo e visibilità lo devi….cercare su Twitter.
O lì…o Facebook.

  
Twitter, il caso dei profili gonfiati
se nessuno ti segue basta pagare
Sono molte le pagine di vip e figure istituzionali che contano migliaia di "follower". ma spesso si tratta di contatti non reali, ottenuti tramite servizi specializzati. E tra accuse e difese, in Rete scoppiano le polemiche
di Tiziano Toniutti

Sono giorni velenosi e polemici su Twitter e dentro Twitter. Prima il corsivo di Michele Serra 1 verso il fenomeno del microblogging, e poi le schermaglie all'interno della comunità letteraria, con l'episodio di un giornalista noto per prendere di mira scrittori in auge, e che per guadagnare credibilità avrebbe "gonfiato" il numero dei suoi follower su Twitter. Una pratica antica se non quanto il mondo, almeno quanto i social network: già in tempi meno modaioli, su Facebook scoppiò un caso del tutto simile 2

Il caso Fakespotter. La polemica sui falsi follower si è ravvivata ieri, con un post su un blog poi sparito, non si sa se chiuso dall'autore o rimosso dalla piattaforma. Fakespotter è titolo del blog, di autore anonimo. Prima della
chiusura, il solo post pubblicato riguardava Gian Paolo Serino, blogger e giornalista, noto nell'ambiente letterario italiano per i suoi contributi riguardo autori e pubblicazioni non sempre ortodossi. Nel post rimosso, Fakespotter individua Serino come un utente dei servizi a pagamento che aumentano il numero dei follower. La rimozione del post, e il contenuto, hanno causato un certo riverbero su Twitter, dove si nota come anche alcuni commenti di Fakespotter e Serino stesso siano spariti. Nel caso di Fakespotter, è sparito anche il profilo Twitter.

Così "fan" tutti. Proprio quest'ultimo è un episodio che può aiutare a comprendere quanto ormai conti il "peso" su Twitter in termini di follower e fan per i personaggi pubblici. E anche quanto Twitter sia ormai un media complesso, che richiede un'attenzione inversamente proporzionale ai pochi caratteri che compongono i "tweet". Nei profili di vip, politici, giornalisti, sportivi e quanto altro compaiono spesso migliaia di follower. Ma quanti di questi sono veri? I servizi per corroborare un profilo scarsino non mancano e i prezzi sono ormai più che abbordabili. 

Finti follower. Probabilmente nel caso di nomi di rilievo, i follower possono essere considerati reali. Ma sono diversi i servizi che possono garantire un incremento istantaneo di chi "segue" qualcuno sul web. Le modalità di acquisto sono diverse, c'è chi fornisce pacchetti di utenti finti dai nomi improbabili e chi veicola contenuti e acquisisce contatti attraverso "Retweet" mirati e pubblicità Così, che ci si rivolga a Buyrealfollowers o a SocialAds, l'obbiettivo esplicito è quello di rimpolpare il numero che appare vicino al nome del personaggio. Per chi si prende la briga di andare a controllare però, gli utenti finti sono facilmente individuabili, soprattutto nel caso che il personaggio in questione non sia così noto o importante. Si tratta di nickname associati a immagini di profilo generiche, identità inventate di persone non esistenti. E una volta aperti quei profili, basta leggere i tweet inviati per capire che si tratta di messaggi automatici generati da software o da menti umane particolarmente non ispirate, la cui unica utilità è riempire la pagina del profilo per non farla apparire smaccatamente falsa. Il "Cherry blossoming", questo il nome della pratica, è  l'ennesima arma di guerrilla marketing per dare un po' di spessore in più a persone e personaggi in cerca di visibilità. Insomma l'equivalente social dei tacchi finti, così amati da leader e premier in tutto il mondo. 

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