mercoledì 28 marzo 2012

Fiction Rai, ciclo ‘Mai per amore’: ‘Troppo amore’, ingredienti convicenti fanno un film credibile ed efficace


Non so da quanti anni non mi capitava di vedere nella stessa settimana due fiction di Raiuno.
Domani sera vedrò ‘Il giovane Montalbano’ (post a seguire) e ieri sera ho visto ‘Troppo amore’.

A dimostrazione che un buon film/fiction, si vede dall’inizio, il film trasmesso ieri sera - prima storia del ciclo ‘Mai per amore’ - mi ha subito attirato e convinto.

Funzionava tutto. Sceneggiatura, regia, cast. Ottima scelta degli interpreti. Antonia Liskova è perfetta. Perché ha qualcosa che non vedevo dai tempi di Lea Massari: il sussulto, il sospiro. Riesce a raccontare e rappresentare realisticamente con modi e gesti una giovane donna, esprimendo il piacere che dà la sorpresa per  l’incontro con un uomo così diverso dal suo mondo di amicizie e dal quale si lascia – inevitabilmente – attirare per poi scoprire, letteralmente: sulla sua pelle, che si tratta di un malato che la può distruggere fisicamente e moralmente.

Anche Massimo Poggio è perfetto. Il suo viso, la sua espressività, lo rende capace di interpretare sia il bravo ragazzo come lo psicopatico o…lo stronzo. Perché, sostanzialmente, questo era in una delle due uniche fiction di Mediaset che meritino di essere menzionate e ricordate: Maria Montessori.

Cast perfetto e supportato da una scrittura credibile. Temevo che potesse trattarsi di qualcosa di “pesante” e invece il racconto scorreva con realismo e ritmo.
Chi non ha visto ‘Troppo amore’ pensando che l’argomento trattato fosse angosciante ha sbagliato. Un film che merita di essere visto.  

Una menzione finale – non per importanza – a Liliana Cavani. Quando penso che
questo film sia credibile e convincente è perché vi è cura del particolare. Sono i particolari a fare la differenza. E credo che un certo particolare derivi dalla regia più che dalla sceneggiatura.

La scena della prima volta in cui Antonia Liskova e Massimo Poggio fanno sesso è emblematica. Lei parte a razzo con la frenesia tipica, non solo ormonale ma caratteriale e di esperienza a un certo tipo di “confronto” fisico con il maschio, lui, che la guardava e fotografava dal suo appartamento nel palazzo di fronte, la blocca. Vuole condurre lui dall’inizio. Questa volta, lei è lì, in carne e ossa non fisicamente distante seppure raggiungibile. Inizia il possesso. Il possesso inizia guardandola mentre la spoglia..Il possesso inizia spogliandola.
E’ vero che vedo pochissime fiction su Raiuno. Ma non mi ricordo una cura di certi particolari.
Complimenti. Anche a Claudia Mori che ha prodotto questa serie per Raiuno. Mi aspetto che le prossime tre storie siano al livello della prima. 

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