In un certo senso,
da un certo punto di vista, per Monti e il suo governo è meglio se lo spread
rimane un tantinello ballerino e se dovrà continuare a fare i compitini per la Merkel.
In siffatta
situazione potrà “convincere” la sua maggioranza allargata a non manifestare vizi,
nonché limiti, strutturali.
Nel momento in cui
la situazione economica avesse una parvenza di stabilizzazione e frau Merkel
non stesse con i denti sui coglioni degli italiani, le “divergenze” tra Pdl e
Pd riscoppierebbero fuori. Il che significherebbe, sostanzialmente, quanto
segue:
1. nessuna modifica dello status quo Rai sarà accettato
dal Pdl. Che avrà al suo fianco quella
Lega strillona e volgare (ancor più mentalmente che nel linguaggio) che
vuole dare un calcio in culo alla
politica del governo Monti ma si guarda bene dal togliere il culo “padano” da quella tv pubblica che ha occupato con
Berlusconi;
2. il Pdl imporrà, per non affossare il governo Monti, norme sulla giustizia che evitino a Berlusconi il processo Ruby.
2. il Pdl imporrà, per non affossare il governo Monti, norme sulla giustizia che evitino a Berlusconi il processo Ruby.
Anche per questo secondo punto, ci potrebbe essere una
ritrovata alleanza tra Pdl e Lega. Si sa, la Lega “non è forcaiola”. Ed è per questo che è sempre stata favorevole alle
norme ad personam volute da Silvio Berlusconi.
Monti è un
liberale al servizio dei capitali esteri ma non è un pirla. Dovrà riuscire ad
evitare di trovarsi in questo cul de sac.
Gli darà una mano Napolitano. E anche Casini.
E’ nel suo interesse di ex democristiano che vuole beneficiare a pieno - in
senso elettorale - dell’operato di Monti.
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