giovedì 29 marzo 2012

Bologna: artigiano si dà fuoco davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate


da: La Stampa

Bologna, si dà fuoco davanti all'Agenzia delle Entrate: è grave

Un piccolo artigiano edile di 58 anni, con un’impresa in sofferenza per la crisi, si è dato fuoco questa mattina in via Paolo Nanni Costa, a Bologna, dove fino a pochi mesi fa c’era una sede dell’Agenzia delle Entrate, e dove si trovano ancora le Commissioni tributarie. Ha lasciato delle lettere dove spiegava di aver «sempre pagato le tasse». Ha ustioni sul 100% del corpo, è ricoverato, gravissimo, al Grandi Ustionati di Parma. Dietro al suo gesto, con ogni probabilità, le sue pendenze con il fisco. In passato la sua azienda aveva avuto problemi per alcuni tributi. La posizione, per una cifra giudicata «consistente», era stata in parte anche già definita in sede di contenzioso in commissione tributaria, che aveva dato torto all’artigiano.

E proprio davanti alla sede delle commissioni, a cui il cittadino ricorre in caso di conflitti col fisco, ha scelto di farla finita. Ma c’è un altro dettaglio: il nome dell’uomo era iscritto oggi nel ruolo del tribunale penale per una udienza per una vicenda di fatture false, forse nata dallo stesso accertamento fiscale. «Qualche anno fa so che aveva avuto dei contenziosi legati al fatto che non aveva pagato alcuni tributi - ha confermato Ermanno Merli, responsabile Cna di Ozzano Emilia, il comune dove vive l’artigiano, originario del Casertano - e per quello che sappiamo nell’ultimo periodo aveva più difficoltà del solito». Sono i problemi che segnano «tutto il settore da un anno e mezzo», e anche nella ricca Emilia «molte imprese sono fallite». Il dramma, nel parcheggio alla periferia ovest della città. Non si sa cosa sia successo prima delle 8.15, quando qualcuno ha visto la Fiat Punto in fiamme. «Ho sentito un gran boato, sembrava un incidente, un tubo saltato. Ma affacciandomi alla finestra ho visto l’auto in fiamme, una palla di fuoco. A 25-30 metri i vigili urbani erano accanto a una ’cosa' a terra. Un vigile cercava di spegnerla con il giaccone; sembrava un pezzo dell’auto... poi mi sono accorto che era un uomo», ha raccontato Moreno Masotti, che lavora lì vicino. La vittima era completamente nuda, i vestiti bruciati, la pelle carbonizzata e viva. «Era a terra, si lamentava e alzava la testa, ma era distante e non ho capito se tentasse di parlare», ha aggiunto il testimone.

L’artigiano ha parlato invece con i vigili, che erano nei pressi per controllare il traffico vicino a una scuola. L’agente Lorenzo Rubbi ha iniziato a spegnere le fiamme che ancora ardevano sulle gambe con un maglione, come aveva fatto poco prima un passante romeno usando un giaccone. L’artigiano era ancora cosciente. Il vigile gli ha chiesto cosa fosse successo, e lui ha risposto: «Ho tentato di uccidermi, voglio morire, voglio morire». Non ha spiegato le ragioni del suo gesto, ma lì vicino gli agenti hanno trovato le lettere. «Chiedeva scusa alla moglie per quello che aveva fatto, e anche all’Agenzia delle Entrate. Diceva che aveva sempre pagato le tasse e chiedeva di lasciare in pace la moglie». Il pm Massimiliano Rossi ha aperto un fascicolo conoscitivo (senza reati ipotizzati, tantomeno indagati), ma sulla dinamica dei fatti non sembrano esserci dubbi. Solo a dicembre, a Bologna, un ingegnere di 46 anni, Francesco Fabbri, era morto semicarbonizzato, suicida per i troppi debiti.

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