mercoledì 21 marzo 2012

Riforma del lavoro, art. 18: quel cactus di Maurizio Sacconi


Quando leggo certe dichiarazioni di politici mi viene in mente una frase di Laverne & Shirley (post aforisma sotto)

Maurizio Sacconi, sull’articolo 18: “Il rinvio al magistrato della scelta tra reintegro e indennizzo per licenziamento disciplinare mantiene incertezza sull'esito del contenzioso e perciò non stimola ad assumere”.

In attesa dell’antidoping da applicare a Sacconi…

Di fronte a una crisi aziendale accertata, esposta ai sindacati, ai lavoratori. Di fronte ad un piano di ridimensionamento oggettivo, non c’è decisione del giudice. Il lavoratore è licenziato e deve usufruire di adeguati ammortizzatori sociali.
Di fronte a manovre fubette e disoneste, lesive della dignità della persona, con le quali si licenzierà per assumere in nero o in bianco a certe condizioni facendo leva sulla necessità di un posto di lavoro, casi che si presenteranno perché le aziende vorranno usufruire delle facilitazioni implicite nella norma modificata, il giudice non deve scegliere. Deve reintegrare.
Capito Sacconi?
No.
Come cazzo fa un testa di cactus a capire… 

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