giovedì 29 marzo 2012

Raiuno, ‘Troppo amore’: l’opinione di Antonio Dipollina


Riporto l’opinione di Dipollina. La mia sul film l’ho espressa ieri. Ovviamente, è raro trovare la perfezione in un prodotto. Personalmente, trovo di buon livello questo film anche per la cura di alcuni particolari.

Con questo, qualche difetto o meglio: qualche momento discutibile ce l’ha. Personalmente, avrei evitato la scena nella quale Poggio, invitato(si) a casa di lei, irritato dal giocattolo del nipote gli rivolge uno sguardo omicida dicendo: ‘bambino’ smettila.
Lo sguardo ci sta. Denota l’insofferenza eccessiva che dovrebbe far sospettare una mancanza di equilibrio psicologico. Ho trovato invece eccessivo l’esternazione anonima: “bambino”. Una persona squilibrata che si presenta a casa della “sua donna” per vedere se tutto è come lui vuole e si aspetta, e si trova in presenza di un “oggetto” fastidioso quale è un bambino con il suo giocattolo rumoroso, dovrebbe comunque riuscire a frenare alcune reazioni, gestuali e verbali.
E’, ovviamente, una considerazione non scientifica.

Ma si tratta di una piccolezza nel contesto di un film ben fatto, efficace.
Se avessi scritto io la sceneggiatura avrei comunque evitato la manifestazione verbale: ‘bambino smettila’. Gli  sceneggiatori e la Cavani l’hanno invece ritenuto funzionale alla rappresentazione del personaggio.
Si potrebbero citare altri momenti di una scena, ma, ripeto: si tratta di piccolezze che non modificano la considerazione complessiva che ho di questo film tv per Raiuno.


Canal Grande di Antonio Dipollina – la Repubblica


Spiazzante per aggressività di trama. Spiazzante per RaiUno, s’intende, che con il film-tv Troppo amore (a marchio Liliana Cavani) ha aperto martedì sera il ciclo Mai per amore e lanciato una sorta di campagna tv su violenza alle donne e stalking. Abrasivo e ansiogeno, il film aveva Antonia Liskova protagonista-vittima e Massimo Poggio nei panni del bel persecutore. Contesto didascalico, quando invece sarebbe bello andare molto per le spicce e discuterne solo in sede di legislazione e inasprimento delle pene: invece non è affatto così e la fatica di decenni per fissare nuove leggi e consapevolezze più forti non è affatto terminata. Sullo stalking fioriscono ancora spot tv e il dubbio è che ce ne sarà bisogno sempre: nella vicenda di Troppo amore c’è anche ampio margine sull’esposizione femminile al dramma (il bel professore rivela evidenti tratti di pazzia criminale al secondo incontro, ma non serve). La complessità del tema è terribile e tocca farci i conti. 

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