da: la Repubblica
L’onorevole
Gasparri gode fama di politico esperto. Conquistata per accumulo, perché Gasparri
fa politica dall’età di circa otto anni. Ma quando parla di Rai l’esperienza
gli basta appena per controllare la fuoruscita di fumo dalle orecchie, per
salvare almeno le apparenze. E’ la sostanza che lo tradisce, e insieme a lui
tradisce la disperata resistenza che il centrodestra oppune al più o meno
dissimulato commissariamento che tutti gli altri partiti (perfino loro)
caldeggiano come sola via d’uscita dagli orrori della lottizzazione. Le ragioni
sono ovvie quanto insostenibili: durante la lunga stagione politica appena
conclusa, Pdl e Lega sono riusciti a imbottire la Rai di loro uomini, quasi
nessuno dei quali aveva titoli professionali per poterselo permettere (la
destra ha pochi intellettuali di vaglia, e tutti accuratamente emarginati). Nello
scandalo annoso della spartizione partitica, ecco la scandalo specifico di una
lottizzazione di così infimo livello da sembrare un vero e proprio
boicottaggio: in quale altro Paese e in quale altra epoca, sennò, uno come Masi
avrebbe potuto diventare il dominus della prima azienda culturale? Pdl e Lega
sanno benissimo che, se in Rai dovesse mai prevalere il merito, per i loro
uomini diventerebbe impossibile dirigere anche solo le previsioni del tempo.
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