venerdì 16 marzo 2012

Cinema: Magnifica presenza, di Ferzan Ozpetek



Ozpetek e i fantasmi in cerca d'autore
"Ma è Elio la 'Magnifica presenza'"
Il regista presenta il suo film: l'incontro tra un ragazzo solo e puro di oggi con un gruppo di spiriti che abitano la sua casa. "Ispirato da Pirandello. E come potevo non innamorarmi del mio protagonista Germano?". E la migliore chiave di lettura la dà proprio l'attore: "Una storia sull'orgoglio di essere fragili, in una società che calpesta le debolezze"
di Claudia Morgoglione

E' un film che contiene tante suggestioni diverse e spesso sovrapposte, Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek. C'è il tema centrale,  l'incontro tra un ragazzo siciliano di oggi, aspirante attore, e un gruppo di fantasmi che attori lo erano stati, in teatro, ai tempi della Seconda guerra mondiale. C'è il rapporto continuo tra realtà e finzione, che ruota attorno a queste presenze paranormali. C'è la tristezza pirandelliana dei personaggi (in questo caso gli interpreti) in cerca d'autore. C'è il coté del trans dal cuore d'oro, e dei mondi sommersi che frequenta. C'è la rievocazione, già vista nella Finestra di fronte, delle persecuzioni ai tempi del fascismo. Ma a spiccare, su ogni altro, è il personaggio centrale, interpretato da Elio Germano. Un puro, un solitario, uno che rifiuta di portare maschere. E che per questo è inconsapevolmente rivoluzionario, come sottolinea l'attore che lo incarna: "La cosa più bella di questa storia - spiega - è la rivendicazione, l'orgoglio della debolezza, della sensibilità. Degli aspetti più fragili di noi, che di solito calpestiamo".

IL TRAILER 1 - LE IMMAGINI 2



La pellicola, invece, va controcorrente, come dice ancora Germano:  "Le incertezze non vanno bene, nella nostra società: le passioni bisogna nasconderle, sempre. Il mio personaggio invece non è capace di farlo, e coltiva questo lato di sé: un tema bellissimo da raccontare". E in effetti il risultato della sua interpretazione, sullo schermo, è incredibile: uno standard ancora più alto rispetto a quelli a cui ci ha abituato. E' lui il punto di forza del film -  prodotto da Fandango, RaiCinema e Intesa SanPaolo - pronto a sbarcare nelle sale, dal 16 marzo, in 400 copie. Il protagonista, Pietro, è un ragazzo della provincia di Catania venuto a Roma per fare fortuna come attore, e che nel frattempo si mantiene impastando cornetti, la notte, in una pasticceria. Per sfuggire alla convivenza con la cugina (Paola Minaccioni), si trasferisce in un appartamento in una vecchia ma bellissima villetta, nel quartiere Monteverde. Ma qui scopre di non essere solo: la casa è abitata dai fantasmi di una compagnia teatrale (di cui fanno parte, tra gli altri, Margherita Buy, Vittoria Puccini e Giuseppe Fiorello), scomparsa nei primi anni Quaranta del Novecento. Toccherà proprio al timido, puro e impacciato Pietro - gay sfortunato in amore - risolvere il mistero. Lo aiuterà un gruppo di trans. E alla fine la soluzione si incarnerà in un'anziana donna, interpretata da Anna Proclemer...

"L'idea - racconta oggi Ozpetek, incontrando i cronisti - mi è venuta dal fatto che un mio amico, una ventina d'anni fa, sosteneva di avere avuto delle apparizioni in casa sua". Ma la vera fonte d'ispirazione, prosegue, "sono i sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello: la sua influenza, nel mio modo di affrontare il tema del rapporto tra realtà e finzione, è fortissima. Si tratta comunque del mio film più complesso, perchè vi si mescolano divertimento, lacrime e dramma come nella vita per cui da qualcosa che fa piangere può venir fuori una risata e viceversa". Segue appello a favore della cultura italiana: "Siamo un paese che col cinema, il teatro, la lirica, i musei potrebbe campare tranquillamente per sempre. Invece vediamo che ad esempio il cinema viene messo in  ginocchio, senza un sostegno come si deve. E a risentirne sono soprattutto i debuttanti, cioè il nuovo cinema di domani".

Quanto al film, c'è da dire che - oltre ad affastellare tanti temi diversi - rappresenta anche qualcos'altro: un atto d'amore del regista per il suo protagonista. "La Magnifica presenza è lui, Elio Germano - dice Ozpetek - sia per me, sia per i fantasmi che popolano la storia. Lui è straordinario: guardate la scena in cui si sveglia dal sonno, si è preparato per due minuti, sembra davvero che sia reduce da otto ore di sonno. Come fa un autore a non innamorarsi di un interprete così?". Ed Elio, seduto poco lontano da lui, non può fare a meno di sorridere.

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