Lavoro,
contratti e licenziamenti
ecco
le proposte del governo
La modifica
dell'articolo 18 prevederà il reintegro del posto solo per i licenziamenti
discriminatori, ma sarà esteso anche alle imprese con meno di 15 dipendenti.
Per quelli economici solo indennizzo, da 15 a 27 mensilità. Contratti a tempo
indeterminato dominanti, vincoli su quelli a progetti, rafforzare apprendistato
e formazione. E dopo 36 mesi, scatta l'assunzione
Il governo ha
presentato - in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il premier Mario
Monti e il ministro Elsa Fornero - ha spiegato le proposte del governo sulla
riforma del mercato del lavoro. Una proposta su cui non c'è l'accordo
di tutte le parti 1, ma che il governo considera abbastanza definita:
"Dobbiamo solo definire dei particolari", ha detto Monti. Ecco i
punti principali.
Articolo 18. Sul nodo dell'articolo 18, il governo propone di lasciare il reintegro per i soli licenziamenti discriminatori, che si estende però a tutte le imprese, anche quelle sotto i 15 dipendenti, attualmente escluse salvo che per i licenziamenti discriminatori. Sui quelli disciplinari, la proposta del ministro Fornero alle parti sociali è che sia previsto il rinvio al giudice che deciderà il reintegro "nei casi gravi" o l'indennità con massimo 27 mensilità, tenendo conto dell'anzianità. Per i licenziamenti economici è previsto solo l'indennizzo, che va da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27, facendo riferimento all'ultima retribuzione.
L'assicurazione sociale per l'impiego. L'Aspi sostituirà l'odierno sussidio di disoccupazione. Sarà versata per
12 mesi (a regime 18 per gli over 55) e con importi lordi massimi - per il primo semestre, poi destinati a ridursi del 15% ogni sei mesi - di 1.119 euro al mese. Il suo arrivo graduale (si comincia dall'anno prossimo) abolirà la mobilità. "Ci diranno - ha detto la Fornero - che riduciamo le tutele: è vero se pensiamo che l'Aspi durerà un anno, ma noi vogliamo portare l'Aspi a una platea di 12 milioni".
Vincoli sui contratti a termine. Il contratto di lavoro a tempo indeterminato "diventa quello che domina sugli altri per ragioni di produttività e di legame tra lavoratori e imprese", spiega Fornero. Vincoli "stringenti ed efficaci" saranno posti sui contratti intermittenti e su quelli a progetto, rassicura ancora il ministro. Sarà prevista una maggiorazione dell'1,4% sui contratti a termine, ma in caso di assunzione definitiva parte di questo costo sarà restituito all'azienda. Inoltre dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato scatterà l'assunzione a tempo indeterminato.
Spazio ai contratti di apprendistato. Il governo punta poi a rafforzare il contratto di apprendistato come contratto principale di ingresso nel mercato del lavoro. Fornero aggiunge che bisogna investire nella formazione e non usare l'apprendistato come flessibilità. Sarà "un apprendistato serio che forma il lavoratore, non un para-apprendistato interpretato solo come una modalità per avere un'entrata flessibile". Nel caso in cui il lavoratore non fosse poi confermato "vogliamo - continua la Fornero - che quel periodo gli valga qualcosa. Si potrebbe pensare a una certificazione delle competenze professionali che ha acquisito, in modo che se non è confermato possa spenderle altrove".
"Contrasto secco alle finte partite Iva". Via libera alla lotta contro i contratti dipendenti 'mascherati' da partite Iva. "Le associazioni datoriali hanno accettato - ha detto la Fornero - che il contrasto sarà secco e severo".
Ammortizzatori a regime dal 2017. Per quel che riguarda i nuovi ammortizzatori sociali, il ministro Fornero dice alle parti sociali che partiranno dal 2017, dunque, sarà ancora in transizione nel 2016. Durante la trattativa, il governo aveva fatto riferimento al 2015 come anno per l'entrata a regime dei nuovi ammortizzatori.
Basta stage gratuiti dopo i dottorati. Non sarà più permesso alle aziende fare stage gratuiti per i giovani al termine di un ciclo formativo, "ad esempio dopo il dottorato". E' ancora da chiarire che forma avrà il lavoro in questi casi, ma sicuramente sarà prevista una retribuzione: "Se vai in un'azienda a lavorare non lo
fai gratis. Magari hai una collaborazione o un contratto a tempo determinato, ma il lavoro lo devi pagare".
Stop alle dimissioni in bianco. Una misura - prevista nel capitolo sulla maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro, ma ovviamente varrà anche per gli uomini - dovrebbe bloccare questo fenomeno "nel solco delle norme già esistenti".
Altri interventi da prevedere. La riforma prevede anche delle fasi successive relative alla riduzione della durata dei processi del lavoro e le strutture per l'inserimento nell'impiego, che dovranno essere decise d'accordo con la Regioni.
Articolo 18. Sul nodo dell'articolo 18, il governo propone di lasciare il reintegro per i soli licenziamenti discriminatori, che si estende però a tutte le imprese, anche quelle sotto i 15 dipendenti, attualmente escluse salvo che per i licenziamenti discriminatori. Sui quelli disciplinari, la proposta del ministro Fornero alle parti sociali è che sia previsto il rinvio al giudice che deciderà il reintegro "nei casi gravi" o l'indennità con massimo 27 mensilità, tenendo conto dell'anzianità. Per i licenziamenti economici è previsto solo l'indennizzo, che va da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27, facendo riferimento all'ultima retribuzione.
L'assicurazione sociale per l'impiego. L'Aspi sostituirà l'odierno sussidio di disoccupazione. Sarà versata per
12 mesi (a regime 18 per gli over 55) e con importi lordi massimi - per il primo semestre, poi destinati a ridursi del 15% ogni sei mesi - di 1.119 euro al mese. Il suo arrivo graduale (si comincia dall'anno prossimo) abolirà la mobilità. "Ci diranno - ha detto la Fornero - che riduciamo le tutele: è vero se pensiamo che l'Aspi durerà un anno, ma noi vogliamo portare l'Aspi a una platea di 12 milioni".
Vincoli sui contratti a termine. Il contratto di lavoro a tempo indeterminato "diventa quello che domina sugli altri per ragioni di produttività e di legame tra lavoratori e imprese", spiega Fornero. Vincoli "stringenti ed efficaci" saranno posti sui contratti intermittenti e su quelli a progetto, rassicura ancora il ministro. Sarà prevista una maggiorazione dell'1,4% sui contratti a termine, ma in caso di assunzione definitiva parte di questo costo sarà restituito all'azienda. Inoltre dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato scatterà l'assunzione a tempo indeterminato.
Spazio ai contratti di apprendistato. Il governo punta poi a rafforzare il contratto di apprendistato come contratto principale di ingresso nel mercato del lavoro. Fornero aggiunge che bisogna investire nella formazione e non usare l'apprendistato come flessibilità. Sarà "un apprendistato serio che forma il lavoratore, non un para-apprendistato interpretato solo come una modalità per avere un'entrata flessibile". Nel caso in cui il lavoratore non fosse poi confermato "vogliamo - continua la Fornero - che quel periodo gli valga qualcosa. Si potrebbe pensare a una certificazione delle competenze professionali che ha acquisito, in modo che se non è confermato possa spenderle altrove".
"Contrasto secco alle finte partite Iva". Via libera alla lotta contro i contratti dipendenti 'mascherati' da partite Iva. "Le associazioni datoriali hanno accettato - ha detto la Fornero - che il contrasto sarà secco e severo".
Ammortizzatori a regime dal 2017. Per quel che riguarda i nuovi ammortizzatori sociali, il ministro Fornero dice alle parti sociali che partiranno dal 2017, dunque, sarà ancora in transizione nel 2016. Durante la trattativa, il governo aveva fatto riferimento al 2015 come anno per l'entrata a regime dei nuovi ammortizzatori.
Basta stage gratuiti dopo i dottorati. Non sarà più permesso alle aziende fare stage gratuiti per i giovani al termine di un ciclo formativo, "ad esempio dopo il dottorato". E' ancora da chiarire che forma avrà il lavoro in questi casi, ma sicuramente sarà prevista una retribuzione: "Se vai in un'azienda a lavorare non lo
fai gratis. Magari hai una collaborazione o un contratto a tempo determinato, ma il lavoro lo devi pagare".
Stop alle dimissioni in bianco. Una misura - prevista nel capitolo sulla maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro, ma ovviamente varrà anche per gli uomini - dovrebbe bloccare questo fenomeno "nel solco delle norme già esistenti".
Altri interventi da prevedere. La riforma prevede anche delle fasi successive relative alla riduzione della durata dei processi del lavoro e le strutture per l'inserimento nell'impiego, che dovranno essere decise d'accordo con la Regioni.
Buongiorno Pink,
RispondiEliminasono arrabbiatissima, nerissima e tristissima. Perdona la profusione di superlativi di prima mattina, ma ieri sera ascoltando prima la Camusso, poi il Prof. Monti sono stata colta da una grande indignazione. Se il PD voterà la riforma del lavoro non firmata dalla CGIL per me è la fine del PD, è la fine del centrosinistra in Italia. Che porta di nuovo questa riforma? Il vero problema italiano non è la mancata flessibilità, ma l'esorbitante costo del lavoro, le tasse. Il costo del lavoro è il vero dramma italiano, la mancanza di infrastrutture, di trasparenza, di concorrenza. Non prendiamoci in giro. Quando la Camusso sostiene che questa riforma è tutta sulle spalle dei lavoratori ha pienamente ragione. Io non ho posizioni conservatrici sull'articolo 18, non ho pregiudizi, ma mi chiedo, se un'azienda puo' licenziare per motivi economici, che tutela puo' esserci per i lavoratori? Ho letto che non ci sarà cassa integrazione per le aziende che chiudono per motivi economici, naturalmente voglio aspettare di leggere il decreto che sarà discusso, spero in Parlamento.
Presto mi dedichero' alla lettura dell'Economia giusta di Berselli, voglio capire se puo' esistere ancora una"Economia giusta". Questo governo continua a prendersela con i piu' deboli e se Bersani non si smarca, se continua a seguire quel finto-moderato di Veltroni, che neanche in Africa lo vorrebbero.
Un saluto amaro
SER
Ciao SER..buona giornata (nonostante tutto)
RispondiEliminati ho messo e risposto in un post..