lunedì 12 marzo 2012

Marcello Dell’Utri, accusa di associazione mafiosa: processo da rifare



Mafia, Cassazione annulla la condanna d’Appello per Dell’Utri. Processo da rifare
Il procuratore generale Iacoviello nella sua requisitoria ha sottolineano come il concorso esterno in associazione mafiosa "è diventato un reato autonomo" in cui "nessuno crede. Io ne faccio una questione non a favore dell'imputato, ma a favore del diritto"

Si riparte dalla condanna di nove anni, ovvero quella di primo grado. Dopo tre ore di camera di consiglio, infatti, la V sezione penale della corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’Appello di condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di secondo grado, quindi, dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici. Accolta in parte, quindi, il ricorso dei legali del senatore Pdl. Marcello Dell’Utri ha accolto “con sollievo” la decisione della Cassazione: “Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena” è il commento del senatore Pdl, il quale ha detto che affronterà “il nuovo processo ancor più convinto della mia innocenza, che ho testimoniato in tutti questi anni, fiducioso nella giustizia”. Grande la soddisfazione di Pietro Federico e Giuseppe Di Peri, gli altri legali del parlamentare, secondo cui “la decisione della Cassazione dimostra che nei confronti di Dell’Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza”. I legali del politico siciliano, inoltre, già guardano al nuovo processo: “Non ci auguriamo la prescrizione, né la cercheremo, ma chiederemo che sia riconosciuta l’estraneità e l’innocenza del senatore”. Secco ‘no comment’, invece, da parte del procuratore capo di Palermo Francesco Messineo.

Nel pomeriggio, del resto, il sostituto pg di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, aveva concluso la sua requisitoria chiedendo di accogliere la richiesta dei difensori del fondatore di Forza Italia e dichiarare inammissibile quello proposto dalla procura generale di Palermo, che chiedeva un inasprimento della pena (istanza respinta). “Chiedo alla Corte: esiste il ragionevole dubbio? Nessun imputato ha più diritti di altri e nessun imputato ha meno diritti di altri”, ha detto Iacoviello nella sua requisitoria.
 

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