da: la Repubblica
Il tenore di vita
del senatore Lusi, così come sortisce dalla sua contabilità privata (ma con
denaro pubblico), ci parla certamente di un disonesto. Ma ci parla soprattutto
di un malato. Di uno spenditore compulsivo, forsennato, dalle cui tasche
sfondate potevano uscire 700 euro per un pranzetto in coppia dietro il Pantheon
(neanche un mafioso russo ci riuscirebbe), o 70 mila euro per una vacanza alle
Bahamas.
Se fossi il suo avvocato chiederei l´infermità mentale (e non è solo una battuta). Se fossi un suo collega di partito, mi domanderei come diavolo sia possibile che una persona del genere abbia potuto, per anni, avere una responsabilità delicata come quella di tesoriere, mansione che gli si attaglia come quella di vigile del fuoco a Nerone; e come mai nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo. Da semplice cittadino, mi domando se la politica italiana è ancora in grado di selezionare con qualche criterio il proprio personale; oppure se, malata anche lei, ha perduto la facoltà di difendersi. Storie come quella di Lusi fanno pensare che la vera antipolitica sia dentro il sistema dei partiti: una di quelle terribili malattie autoimmuni che distruggono da dentro.
Se fossi il suo avvocato chiederei l´infermità mentale (e non è solo una battuta). Se fossi un suo collega di partito, mi domanderei come diavolo sia possibile che una persona del genere abbia potuto, per anni, avere una responsabilità delicata come quella di tesoriere, mansione che gli si attaglia come quella di vigile del fuoco a Nerone; e come mai nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo. Da semplice cittadino, mi domando se la politica italiana è ancora in grado di selezionare con qualche criterio il proprio personale; oppure se, malata anche lei, ha perduto la facoltà di difendersi. Storie come quella di Lusi fanno pensare che la vera antipolitica sia dentro il sistema dei partiti: una di quelle terribili malattie autoimmuni che distruggono da dentro.
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