Nuove authority, vecchie logiche
Maurizio
Decina per il Pd, Antonio Martusciello e Antonio
Preto per il Pdl, Antonio Posteraro per il Terzo polo
all'Agcom. La leghista Giovanna Bianchi Clerici, il democratico
Antonello Soro, Augusta Iannini (capo dell'ufficio legislativo del
ministero della Giustizia e moglie del giornalista Bruno Vespa), indicata dal
Pdl, e Licia Califano indicata dal Pd alla Privacy. Giuseppe
Lauricella al Consiglio superiore della giustizia amministrativa.
Hanno tutti una casacca politica i componenti delle Authority eletti oggi da
Camera e Senato, nomi usciti dalla trattativa condotta nei giorni scorsi
nella maggioranza in barba al 'lodo-Fini', cioè alla decisione del presidente
della Camera, messa in atto anche al Senato, di mettere a disposizione dei
parlamentari sul loro portale i curricula dei candidati.
Un tentativo timido per la verità visto che i documenti arrivati sulle scrivanie della seconda e della terza carica dello Stato sono stati pubblicati soltanto a partire da lunedì scorso alle 13 e la scadenza delle candidature era stata fissata per ieri alle 15. Poche ore prima della votazione di questa mattina, insomma.
Idv e
Radicali non partecipano alla votazione e Antonio Di Pietro si
scatena: "La modalità con cui sono stati individuati i componenti
dell'Agcom è assurda. Un metodo da presa in giro". Si è data a
tutti la possibilità di presentare dei curriculum, "solo che questi curriculum
- ha detto l'ex pm - sono stati utilizzati come carta da cesso: non
gliene è fregato niente e nessuno li ha letti". Attacca anche Beppe
Grillo dal suo blog chiedendo addirittura l'abolizione
dell'Autorità Garante per le comunicazioni, "uno spreco - osserva - di soldi pubblici, una copertura per il controllo dei media da parte dei partiti. Una presa per i fondelli. Monti la tagli. Nella migliore tradizione inciucista Pdl e Pdmenoelle con la mosca cocchiera dell'Udc, decidono di spartirsi le poltrone del nuovo consiglio dell'Agcom.
dell'Autorità Garante per le comunicazioni, "uno spreco - osserva - di soldi pubblici, una copertura per il controllo dei media da parte dei partiti. Una presa per i fondelli. Monti la tagli. Nella migliore tradizione inciucista Pdl e Pdmenoelle con la mosca cocchiera dell'Udc, decidono di spartirsi le poltrone del nuovo consiglio dell'Agcom.
Fin qui
nella norma della Seconda Repubblica. Il tutto si complica con l'annuncio della
auto candidatura a presidente di Stefano Quintarelli, un informatico molto noto
e stimato nel settore. Scatta da parte dei partiti la ricerca di persone fidate
di chiara fama da contrapporre a Quintarelli come consiglieri per salvarsi la
faccia". La candidatura di Quintarelli era stata presentata anche dai
deputati di Api e Fli ma il partito di Fini ha partecipato poi con Benedetto
Della Vedova al vertice sulle nomine tra Bersani e Casini dell'altro ieri e
Quintarelli oggi ha ottenuto alla Camera soltanto 15 voti.
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