Sì del Senato all'arresto di Lusi, l'ex tesoriere è
in carcere
L'autorizzazione con 155 favorevoli, 3 contrari e un
astenuto. Pdl non partecipa al voto. Il parlamentare è a Rebibbia
Luigi Lusi è
detenuto da ieri sera nel carcere di Rebibbia dopo che l'aula del Senato ha
autorizzato il suo arresto. L'ex tesoriere della Margherita è accusato di
associazione per delinquere e appropriazione indebita di fondi del partito che
amministrava. L'aula si è espressa con voto palese. E' la prima volta che i
senatori votano nominalmente su una richiesta d'arresto.
Al momento del voto erano presenti in aula 195 senatori: hanno votato in 169, favorevoli 155, contrari tre, astenuti uno. Ma in molti non hanno partecipato al voto, primo fra tutti il grande danneggiato da Lusi, Francesco Rutelli, ex presidente del disciolto partito. "Dopo mesi in cui ho difeso il mio onore e quello della Margherita con le unghie e con i denti - ha detto - oggi ho ritenuto opportuno non parlare come accusatore politico, ne votare, poiché rappresento la parte offesa, cioè le numerose vittime, nel procedimento contro Lusi".
Difficile trovare una linea condivisa, invece, per gli uomini del Cavaliere, costretti tra la voglia di dire sì a un arresto che la piazza esigeva, e la necessità di tener fede a un principio vecchio come la discesa in campo di Berlusconi, il "no" alla carcerazione preventiva e la necessità della segretezza del voto parlamentare in queste circostanze. Alla fine, la mediazione ha portato a un comportamento pilatesco da parte del Pdl, ovvero non partecipare al voto.
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