da: La Stampa
Un'avventura IMUzionante
Ignorando la
moglie, che gli suggeriva di rivolgersi a un commercialista, a un sindacalista
o almeno a un ingegnere termonucleare, il contribuente Z. di Asti decise di far
valere la sua vecchia laurea in economia per pagare l'Imu da solo. A metà
maggio si mise all'opera con l'amico Gianni. Stamparono il modello F24,
scavalcarono con qualche livido l'ostacolo dei codici 3918 e 3919 per le quote
dovute a Stato e Comuni, ma si arenarono alla voce «rateazione», trovando sul
sito dell'Agenzia delle Entrate tre risposte diverse e in conflitto fra loro.
Il 29 maggio l'amico Gianni corse a pagare, ma nella fretta sbarrò il codice
sbagliato. La sera stessa l'Agenzia emanava una disposizione che sopprimeva il
modello F24 usato da Gianni e lo sostituiva con uno semplificato. Rimasto solo
a combattere, il contribuente Z. si incantò davanti ai destinatari del
versamento - ER, RG, EL - e mandò una mail all'Agenzia che gli rispose con una
videata in cui lo avvertiva che era stato raggiunto il numero massimo di mail
ricevibili. Andò su internet in cerca d'aiuto e trovò decine di poveri cristi
con laurea come lui, terrorizzati dalla notizia che l'errata compilazione
avrebbe comportato un nuovo pagamento delle somme già versate.
La mattina dell'8 giugno il contribuente Z si recò in banca per consegnare il modulo semplificato, che risultò compilato in modo complicato e forse sbagliato. Lui, pur di liberarsene, lo pagò. Poi fece ritorno a casa con una proposta di legge nel cervello: «La tassa sull'Imu entrerà in vigore soltanto dopo che ogni membro dal governo avrà dimostrato di riuscire a pagarla da solo».
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