da: Lettera 43
«Dal 2013 via i condannati»
Il governo ha
vissuto una lunga giornata a Montecitorio ed è rimasto imbrigliato nel tema
politico più delicato: quello dell'incandidabilità dei politici che sono stati
macchiati da una condanna in via definitiva.
TRE FIDUCIE,
Mentre la
Mussolini firmava nostalgiche foto di nonno Benito a fan leghiste, l'esecutivo
ha ringraziato la maggioranza per «il senso di responsabilità dimostrato».
ORA AL SENATO E TEMPI RAPIDI. E ha assicurato
che è pronto a fare di tutto perché il provvedimento non si insabbi a Palazzo
Madama.
Il 14 giugno è in
programma a Montecitorio il voto sul resto dell'articolato e il via libera al
testo prima di passare al vaglio del Senato.
Soddisfatta la
Guardasigilli Paola Severino.
Condannati, il governo ha un anno per rendere la
norma operativa
Fin qui l'iter
parlamentare, tutto liscio.
Ma le polemiche
non si sono placate, specie sull'articolo 10 del testo, quello del primo voto
di fiducia e che riguarda l'incandidabilità dei condannati.
LEGIFERARE ENTRO 365 GIORNI. Entro un anno il
governo deve legiferare su come tenere lontano - dalle Aule parlamentari (anche
quello Ue) e dal governo - persone che siano state condannate con sentenze
definitive, sia per reati gravi come mafia e terrorismo, sia per quelli contro
la Pubblica amministrazione come corruzione e concussione.
O per reati con
pena massima superiore a tre anni come, per esempio, l'omicidio colposo o il
furto aggravato. Sempre che siano stati puniti con condanne superiori ai tre
anni. Un po' di sana pulizia per una Casta dalla fedina penale più linda.
FLI NON VOTA PER DARE UN SEGNALE. Il problema l'ha
sollevato per prima Futuro e libertà, tanto da disertare il voto «per lanciare
un segnale»: questi divieti potrebbero non scattare per la prossima
legislatura.
Si perché le elezioni sono previste per l'aprile 2013 e il timore è che il governo, avendo un anno di tempo, non riesca a rendere operative le norme per la scadenza.
Si perché le elezioni sono previste per l'aprile 2013 e il timore è che il governo, avendo un anno di tempo, non riesca a rendere operative le norme per la scadenza.
Il che
significherebbe che i condannati potranno essere allontanati dal 2018 in poi.
In Aula il
capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova ha motivato così il non voto dei
finiani.
LA PAROLA DI SEVERINO E PATRONI GRIFFI. Secondo il
governo però questo rischio non c'è: quello di un anno, hanno assicurato i
ministri Patroni Griffi e Paola Severino, è solo un termine massimo.
E per il 2013,
hanno garantito, «tutto sarà pronto».
Di Pietro attacca la nuova concussione, Pdl inquieto
In totale, la
Camera ha approvato con una maggioranza stabile di oltre 400 voti (461; 431;
430) oltre all'articolo 10 anche il 13 e il 14, quelli che ridisegnano i reati
di corruzione e concussione inserendone due nuovi: il Traffico di influenze
illecite e l'Induzione indebita a dare o promettere utilità.
Entrambi
contestatissimi: il primo dal Popolo della libertà, il secondo anche
dall'Italia dei valori.
L'IDV EVOCA MANI PULITE. Secondo Di
Pietro, se la concussione fosse stata spacchettata, così come ha fatto ora la
Severino con il suo testo, Mani Pulite non ci sarebbe stata visto che si toglie
al magistrato ogni possibilità di valutare anche sui casi di induzione alla
concussione.
LA NORMA CALDA DELL'ART. 7. In questo mare di polemiche, il 14 giugno si vota
l'articolo 7 del ddl: altra norma 'calda' che vieta ai condannati con sentenza
passata in giudicato (per i reati già detti) di fare appalti e di contrattare
con la Pubblica amministrazione.
LE OMBRE DI RUBY E PENATI. Su questo non è
stata chiesta la fiducia (era compreso però nel maxi emendamento poi ritirato)
e tra Partito democratico e Pdl non c'è nessun accordo circa la possibilità di
far rientrare tra questi reati anche quello di Induzione indebita, cioè la
concussione per induzione: guarda caso sono accusati Berlusconi per il processo Ruby e Filippo Penati.
Il lezzo nell'aria
di una norma ad personas inquieta un ambiente già incandescente.
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