giovedì 14 giugno 2012

Ddl anti corruzione, ministro Severino: ‘Dal 2012 via i condannati’


da: Lettera 43

«Dal 2013 via i condannati»

Tripletta di fiducie per il ddl anti corruzione con tanto di sfida sui condannati: fuori subito? O dal 2018? Ballano cinque anni, due tornate elettorali.
Il governo ha vissuto una lunga giornata a Montecitorio ed è rimasto imbrigliato nel tema politico più delicato: quello dell'incandidabilità dei politici che sono stati macchiati da una condanna in via definitiva.

TRE FIDUCIE, 24 IN TUTTO. Intanto la cronaca. Nell'Aula della Camera la squadra di Monti ha fatto il pieno: tre voti di fiducia incassati. In totale fanno 24 dall'inizio della legislatura.
Mentre la Mussolini firmava nostalgiche foto di nonno Benito a fan leghiste, l'esecutivo ha ringraziato la maggioranza per «il senso di responsabilità dimostrato».
ORA AL SENATO E TEMPI RAPIDI. E ha assicurato che è pronto a fare di tutto perché il provvedimento non si insabbi a Palazzo Madama.

Il 14 giugno è in programma a Montecitorio il voto sul resto dell'articolato e il via libera al testo prima di passare al vaglio del Senato.
Soddisfatta la Guardasigilli Paola Severino.

Condannati, il governo ha un anno per rendere la norma operativa

Fin qui l'iter parlamentare, tutto liscio.
Ma le polemiche non si sono placate, specie sull'articolo 10 del testo, quello del primo voto di fiducia e che riguarda l'incandidabilità dei condannati.
LEGIFERARE ENTRO 365 GIORNI. Entro un anno il governo deve legiferare su come tenere lontano - dalle Aule parlamentari (anche quello Ue) e dal governo - persone che siano state condannate con sentenze definitive, sia per reati gravi come mafia e terrorismo, sia per quelli contro la Pubblica amministrazione come corruzione e concussione.
O per reati con pena massima superiore a tre anni come, per esempio, l'omicidio colposo o il furto aggravato. Sempre che siano stati puniti con condanne superiori ai tre anni. Un po' di sana pulizia per una Casta dalla fedina penale più linda.
FLI NON VOTA PER DARE UN SEGNALE. Il problema l'ha sollevato per prima Futuro e libertà, tanto da disertare il voto «per lanciare un segnale»: questi divieti potrebbero non scattare per la prossima legislatura.
Si perché le elezioni sono previste per l'aprile 2013 e il timore è che il governo, avendo un anno di tempo, non riesca a rendere operative le norme per la scadenza.
Il che significherebbe che i condannati potranno essere allontanati dal 2018 in poi.
In Aula il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova ha motivato così il non voto dei finiani.
LA PAROLA DI SEVERINO E PATRONI GRIFFI. Secondo il governo però questo rischio non c'è: quello di un anno, hanno assicurato i ministri Patroni Griffi e Paola Severino, è solo un termine massimo.
E per il 2013, hanno garantito, «tutto sarà pronto».

Di Pietro attacca la nuova concussione, Pdl inquieto

In totale, la Camera ha approvato con una maggioranza stabile di oltre 400 voti (461; 431; 430) oltre all'articolo 10 anche il 13 e il 14, quelli che ridisegnano i reati di corruzione e concussione inserendone due nuovi: il Traffico di influenze illecite e l'Induzione indebita a dare o promettere utilità.
Entrambi contestatissimi: il primo dal Popolo della libertà, il secondo anche dall'Italia dei valori.
L'IDV EVOCA MANI PULITE. Secondo Di Pietro, se la concussione fosse stata spacchettata, così come ha fatto ora la Severino con il suo testo, Mani Pulite non ci sarebbe stata visto che si toglie al magistrato ogni possibilità di valutare anche sui casi di induzione alla concussione.
LA NORMA CALDA DELL'ART. 7. In questo mare di polemiche, il 14 giugno si vota l'articolo 7 del ddl: altra norma 'calda' che vieta ai condannati con sentenza passata in giudicato (per i reati già detti) di fare appalti e di contrattare con la Pubblica amministrazione.
LE OMBRE DI RUBY E PENATI. Su questo non è stata chiesta la fiducia (era compreso però nel maxi emendamento poi ritirato) e tra Partito democratico e Pdl non c'è nessun accordo circa la possibilità di far rientrare tra questi reati anche quello di Induzione indebita, cioè la concussione per induzione: guarda caso sono accusati Berlusconi per il processo Ruby e Filippo Penati.
Il lezzo nell'aria di una norma ad personas inquieta un ambiente già incandescente.

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