da: Il Fatto
Quotidiano
Esodati, Fornero: “Non sono 400 mila.Dall’Inps numero
parziale e fuorviante”
Il ministro del Lavoro: "Non ho fornito
informazioni non vere né ho nascosto dati. Ho solo dato priorità ai lavoratori
più a rischio". Oltre ai 65mila già inseriti in un decreto, pronti
provvedimenti analoghi per altri 55mila
Il numero di 400mila
lavoratori nella relazione dell’Inps sui lavoratori esodati “non è numero dei
lavoratori da salvaguardare”. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ribadisce
quello che aveva già detto. Il dato fornito dall’Inps e che ha scatenato le
polemiche delle settimane scorse, ha aggiunto il ministro, “è stato
interpretato come numero di lavoratori da salvaguardare, ciò che non è “perché
il dato “è parziale e fuorviante“. “Respingo il fatto che io abbia fornito
informazioni non vere – insiste la Fornero – Non è mai stata mia abitudine né
voglio infrangere questa regola in questo breve periodo di governo tecnico. Né
ho mai inteso sottrarre dati alla pubblica conoscenza e discussione rivendico
di avere assunto invece un atteggiamento di chiarezza e trasparenza”. Di
più: ”Respingo con forza ogni insinuazione sul fatto che io abbia fornito
informazioni non vere sul numero di lavoratori interessati o che abbia voluto
sottrarre dati”. La Fornero ha assicurato che sulla questione esodati sarà
comunque convocato un tavolo tecnico. Inutile aggiungere che l’intervento di
oggi del ministro trova in disaccordo tutti i sindacati. La Uil, per dirne
una, considera aberrante “l’ipotesi del Governo di estendere ai lavoratori
esodati meno anziani il trattamento di disoccupazione evitando così per questi
la soluzione previdenziale. “Cercheremo di contrapporci in tutti i modi, se
questa fosse la soluzione” ha affermato il segretario della Uil Luigi Angeletti.
I numeri: 55mila
“nuovi” esodati. Sono circa 55mila i soggetti da tutelare oltre i 65mila
esodati già individuati, ha riferito Fornero. Dei 55mila “nuovi” esodati,
ha spiegato il ministro Fornero, “vi sono 40mila lavoratori in mobilità
ordinaria,
a seguito di accordi sindacali stipulati entro il 31 dicembre e con data di
licenziamento successiva al 4 dicembre”. Di questi, ha poi affermato in Senato,
“potrebbero rientrare nello status di salvaguardato entro il periodo coloro che
maturano i requisiti per la pensione entro la fine del periodo di mobilità, in
coerenza con il precedente decreto”. I lavoratori di Termini Imerese in cassa
integrazione straordinaria che hanno i requisiti per la pensione con le vecchie
regole entro i due anni di cigs e i 4 di mobilità saranno salvaguardati dal
nuovo provvedimento che il Governo intende adottare.
Una verifica dei
requisiti contributivi anagrafici individua: 4.700 lavoratori già in mobilità
ordinaria; 15.300 lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria fino
a marzo 2012 (ultimo dato disponibile), che si ipotizza passeranno al
trattamento di mobilità ordinaria della durata di tre-quattro anni; 20mila
lavoratori, che si prevede saranno posti in mobilità senza il passaggio per la
cassa integrazione guadagni straordinaria, stimati sulla base dei dati numerici
indicati nelle liste degli accordi governativi stipulati tra il 2008 e 2011 a disposizione del
ministero del lavoro e della previdenza sociale; 1.600 lavoratori del settore
finanziario aventi diritto ad accedere a fondi di solidarietà; 7.400
preselezioni volontarie, con ultimo versamento contributivo volontario, con
pensione avente decorrenza nel 2014, secondo i requisiti della precedente
normativa, e 6mila lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2011, in ragione di
accordi individuali e collettivi, sempre con pensione con decorrenza entro il
2014.
“Non abbiamo
trascurato nessuno”. La Fornero giura di non aver trascurato nessuno: “Ho
solo voluto dare priorità di risposta a quei lavoratori già usciti con più
immediata necessità e maggiore rischio”. Gli interventi, dunque, saranno in due
tempi: “Gli altri lavoratori non hanno una imminenza di rischio e dovrebbero
andare in pensione dopo il 2014. L’assenza di risorse finanziare immediatamente
reperibili, in un bilancio pubblico messo a dura prova, hanno indotto a
ritenere che si sarebbe potuto affrontare il problema nei mesi successivi,
peraltro con specifico intervento normativo per estendere la salvaguardia di
tali lavoratori con criteri di equità oltre che di sostenibilità finanziaria”.
I consulenti del
lavoro: “Gli esodati sono 370mila”. Ancora oggi, tuttavia, una ricerca
della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro aveva confermato le stime
contenute nella relazione dell’Inps al ministero. ”Se è vero – sottolinea Rosario
De Luca, presidente della Fondazione – che 65mila lavoratori sono stati
salvaguardati dal decreto, ne restano almeno altri 300mila che in virtù della
normativa vigente si ritroveranno presto esodati”. I consulenti del lavoro
sottolineano che nel 2011 sono stati oltre un milione e mezzo i lavoratori
destinatari dei trattamenti di cassa integrazione e circa 188mila alla
mobilità.
“Per individuare
il numero degli interessati dal problema – affermano – si deve applicare il
tasso di uscita incentivata dal lavoro (ovvero l’anticipo del raggiungimento
dei requisiti per la pensione) che nel settore industria raggiunge la
percentuale del 14% di coloro che hanno beneficiato degli ammortizzatori
sociali. Si tratta di 238mila persone. A questi vanno aggiunti i lavoratori,
nati dopo il 1946, autorizzati alla prosecuzione volontaria e con un ultimo
versamento contributivo versato in data antecedente il 6 dicembre 2011 (circa
133mila soggetti). Si tratta di circa 370mila esodati sui quali è necessario
intervenire”.
Il Pd: “Dramma
sociale, ora tavolo governo-sindacati”. Intravede uno sforzo per una soluzione
il vicecapogruppo del Pd al Senato Nicola Latorre. “La comunicazione di oggi
del ministro Fornero è un significativo passo in avanti – sostiene – L’aver
individuato con più precisione, e andando ben oltre i termini dal ministro
stesso definiti nei giorni scorsi, la platea dei lavoratori per i quali si
rende necessario un provvedimento urgente anche nella forma di un decreto legge
lo consideriamo un fatto positivo. Ma ora bisogna agire per tutelare tutti i
lavoratori. E’ un impegno che richiederà la paziente ma indispensabile ricerca
di un nuovo patto sociale e di un tavolo governo sindacati che resta il luogo
indispensabile per gestire un processo così complesso e così significativo
anche per le sue proporzioni”. Latorre parla di “un vero e proprio dramma
sociale” con “centinaia di migliaia di esodati confinati in una terra di
nessuno, dove non ricevono nè la pensione e nè la retribuzione dalle aziende
che hanno lasciato”.
Pd e Pdl:
“Questione da risolvere”. In precedenza il pressing era stato portato avanti
sia dal Pdl che dal Pd. L’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta è
il più duro: “Quando si fanno riforme importanti come quelle delle pensioni –
dichiara – serve sempre un periodo di transizione tra le nuove e le vecchie
regole, per evitare di lasciare sul campo ‘morti e feriti’. La riforma Dini del
1995 prevedeva un periodo di transizione di 35 anni, quella della Fornero invece
non prevede alcuna transizione. Il risultato è che la riforma Dini risultò
blanda e sostanzialmente inutile, mentre quella Fornero ha prodotto i 400mila
esodati. Questo errore in economia si chiama overshooting“. Cioè, spiega, “il
frutto di un eccesso di politica, compiuto per ragioni puramente simboliche,
che produce danni enormi. Inoltre, di deroga in deroga si rischia di far
rientrare dalla finestra quelle vecchie regole, come le pensioni di anzianità,
che erano state fatte uscire dalla porta. Tutto questo perché il sistema non
regge un cambiamento regolativo così drastico”.
Il pressing è
anche quello del Pd che oggi si è fatto sentire con il segretario Pierluigi
Bersani, ma anche con il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e l’ex
ministro del Lavoro Cesare Damiano: “Stiamo dicendo al governo che siamo pronti
ad accelerare le norme sul mercato del lavoro, anche se non ci soddisfano e
dovremo tornarci sopra assolutamente – dice Bersani – ma a fronte di questo ci
vuole una risposta non verbale sul tema degli esodati perché non si può
lasciare la situazione in così grave incertezza”. Quella degli esodati, ha
ribadito, è una “priorità assoluta”. Parole identiche a quelle del capogruppo
del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: ”Per il Pdl la questione degli
esodati è un’assoluta priorità. La riforma delle pensioni andava fatta ma
nessuno può essere abbandonato senza stipendio e senza pensione. Noi vogliamo
che ci siano certezze per gli esodati. Il governo tecnico ha fatto troppi
errori tecnici e non possiamo lasciare centinaia di migliaia di cittadini in
preda alla disperazione”.
Le parole di
Bersani fanno arrabbiare anche il segretario di Rifondazione Comunista Paolo
Ferrero: “Il Pd non può ‘scambiare’ la soluzione sugli esodati con il sì al ddl
lavoro e l’accelerazione dell’iter: nessun ‘baratto’ sulla pelle dei
lavoratori. La soluzione al problema degli esodati, di tutte e tutti gli
esodati quale che sia il vero numero di questi lavoratori, va trovata perchè è
una questione di civiltà ed è una vergogna lasciare senza futuro centinaia di
migliaia di persone. Punto. La manomissione all’articolo 18 non può essere
merce di scambio: il ddl lavoro va fermato perchè nel suo impianto contiene la
demolizione dei diritti dei lavoratori”.
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