Raffica
di incendi nei campi di Libera
Don
Ciotti: "Non sono coincidenze"
Dopo
Mesagne e Belpasso, gli ultimi due episodi si sono verificati nel Trapanese in
contemporanea: un uliveto di Castelvetrano e un altro uliveto a Partanna, zona
già colpita dieci giorni fa
di
Alessandra Ziniti
Nessuno crede alla casualità. Cinque incendi in dieci giorni in oliveti e vigneti confiscati alle organizzazioni criminali e affidati alle cooperative di Libera suonano come una evidente intimidazione. Gli ultimi due episodi si sono verificati nel Trapanese praticamente in contemporanea in un uliveto di Castelvetrano e in un altro a Partanna, poco distante da dove, solo dieci giorni fa, un altro incendio aveva mandato in fumo ettari di coltivazioni dei ragazzi delle cooperative di Libera.
Nessuno crede alla casualità. Cinque incendi in dieci giorni in oliveti e vigneti confiscati alle organizzazioni criminali e affidati alle cooperative di Libera suonano come una evidente intimidazione. Gli ultimi due episodi si sono verificati nel Trapanese praticamente in contemporanea in un uliveto di Castelvetrano e in un altro a Partanna, poco distante da dove, solo dieci giorni fa, un altro incendio aveva mandato in fumo ettari di coltivazioni dei ragazzi delle cooperative di Libera.
Gli ultimi incendi, che seguono quello di Mesagne in Puglia (il paese venuto alle cronache dopo l'attentato di Brindisi) e quello di Belpasso nel Catanese, preoccupano Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che dice: "Non possiamo più pensare a delle coincidenze. Non possono lasciarci indifferenti i recenti episodi di vandalismo a danno dei beni confiscati alle mafie, dalla Puglia alla Sicilia, dal Lazio alla Calabria".
"Quei
beni - dice Don Ciotti - non sono solo uno schiaffo alle organizzazioni
criminali, ma anche uno strumento per indebolirle in ciò che le rende forti:
l'accumulazione illecita di capitali. Libera sente un debito di gratitudine
verso chiunque, dalle forze dell'ordine alle istituzioni e amministrazioni local,
contribuisce per garantire la sicurezza di quelle realtà, ma alla luce del
susseguirsi degli incendi e vandalismi è chiaro che qualcosa nel meccanismo di
tutela deve essere rivisto".
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