martedì 12 giugno 2012

Esodati: 390.200 persone per l'Inps, 65.000 per la Fornero che "deplora" la diffusione dei dati


Elsa Fornero “deplora” la diffusione di dati inerenti gli esodati che, come succede da mesi, la vede “discordare” con il presidente dell’Inps Antonio Mastropasqua.
Ma pensa..ma guarda…ma che cazzo ce ne frega.
Io trovo “deplorevole” che a distanza di 6 mesi ancora non sia stato definito un dato certo degli esodati e “inaccettabile” (eufemismo) che non si sia trovata una soluzione.
Terrorismo sociale. Puro terrorismo sociale. 


da: La Stampa

E' battaglia sul numero sugli esodati
L'Inps: 390mila. Ira Fornero: "Falso"
Nel report dell'istituto inviato prima della firma del decreto si allargarebbe la platea degli interessati al provvedimento. 
Il ministro "deplora" la diffusione

Sono quasi 400.000 i lavoratori esodati ma solo 65.000 per ora avranno la certezza di andare in pensione con le vecchie regole. La stima di coloro che potrebbero avere diritto nei prossimi anni ad andare in pensione con le regole precedenti la riforma è contenuta in una relazione tecnica trasmessa dall’Inps al ministero del Lavoro lo scorso 22 maggio, prima quindi della firma del decreto da parte dei ministri dell’Economia e del Lavoro, Mario Monti e Elsa Fornero.

La Fornero non ci sta e a tarda sera diffonde una nota durissima contro i vertici dell'Inps, convocati dal ministro per avere chiarimenti sui documenti diffusi oggi «contenenti valutazioni che non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione». Il tono del comunicato del ministero è durissimo: si sottolinea che il ministro «ha manifestato ai vertici Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale non ufficiale diffusione di informazioni che ha provocato disagio sociale. La nota ha seguito la diffusione della relazione dell’Istituto al ministero sulla platea degli esodati secondo la quale in numero sarebbe di 390.200 persone. Il governo - concede Fornero - è «consapevole» tuttavia che il provvedimento sui lavoratori salvaguardati «non esaurisce la platea di persone interessate alla salvaguardia». E l'esecutivo «conferma l’impegno per questi altri lavoratori a trovare soluzioni eque e finanziariamente sostenibili».

Al documento anticipato dall’Ansa è seguita una precisazione da parte dell’Istituto nella quale si sottolinea che «i documenti tecnici dell’Inps hanno consentito al ministero di formulare il decreto con la salvaguardia prevista per i 65.000 lavoratori per i prossimi 24 mesi e per alcune categorie anche oltre i 24 mesi» e che «non ha fornito stime diverse o ulteriori». Il ministero ha poi convocato i vertici dell’istituto, per chiarire il giallo dei numeri, riservandosi di sentire anche altre fonti. Il documento in possesso dell’Ansa, firmato dal direttore generale dell’Istituto, Mauro Nori, e protocollato in uscita dall’Istituto il 22 maggio, riporta altre cifre. In pratica la stima di 390.200 comprende tutti coloro che hanno fatto un accordo per l’uscita dal lavoro e ora sono a rischio di restare senza occupazione e senza pensione per l’aumento dell’età pensionabile prevista dalla riforma Fornero.

Non ci si limita a quelli identificati dal decreto. Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti «cessati», ovvero quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180.000 secondo l’Inps). Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati. Il Governo infatti sottolinea nel decreto in via di emanazione che potranno andare in pensione con le vecchie regole per queste due categorie solo coloro che maturano la decorrenza della pensione entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Salva Italia (6 dicembre 2011) e quindi di fatto che, considerata la finestra mobile, maturano i requisiti entro maggio 2012 se autonomi e entro novembre 2012 se dipendenti. La platea cresce a dismisura se si guarda anche a colo che li maturano nei mesi successivi ma che comunque sono usciti dal lavoro facendo i loro conti sulla base delle regole pensionistiche precedenti.

Ma platee più consistenti, secondo l’Inps, non ci sono solo per cessati e prosecutori volontari ma anche per la mobilità (45.000 persone tra mobilità ordinaria e quella lunga a fronte dei 29.050 salvaguardati dal decreto), per i fondi di solidarietà (26.200 a fronte dei 17.710 previsti dal decreto) e beneficiari del congedo straordinario per l’assistenza ai figli gravemente disabili (3.330 a fronte dei 150 previsti dal decreto in via di emanazione). Sulla mobilità la differenza la fa il fissare nel 4 dicembre 2011 la data entro la quale il lavoratore che potrà andare in pensione con le vecchie regole dovrà essere già uscito dal lavoro e essere in mobilità (e quindi non la data entro la quale è stato fatto l’accordo collettivo con l’azienda). Il tema scalda sindacati e politici che chiedono una «soluzione previdenziale» per tutti i lavoratori coinvolti. «Avevamo detto che i numeri erano diversi», ha detto il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni chiedendo la convocazione di una riunione. «Soluzione per tutti», chiede anche la Cgil. Ma a sostenere l’esigenza di ulteriori interventi sono un pò tutti i partiti, dal Pd al Pdl, fino all’Idv e a Rifondazione. Il ministro Fornero, in mattinata, ha invece affrontato il tema del ddl lavoro. «Su articolo 18 nessun dogmatismo ne ideologia», ha detto il ministro che si sarebbe aspettata più coesione da parte di sindacati e imprenditori. «Penso - ha comunque sostenuto Fornero - che con buona determinazione riusciremo a condurre in porto questa riforma, sicuramente prima dell’estate»

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