mercoledì 20 giugno 2012

Governo Monti, riforma del lavoro: Squinzi (Confindustria) “è una boiata”


da: La Stampa

Lavoro, Fornero apre alle modifiche
Squinzi: questa riforma è una boiata

La riforma del mercato del lavoro va approvata subito, entro il 28. Poi, incassata la legge, si potrà ragionare di eventuali correzioni. Il ministro del lavoro Elsa Fornero rivendica un approccio «pragmatico» e allontana la tentazione di arroccarsi su una posizione «dogmatica». Ma deve anche incassare la dura critica del leader di Confindustria, Giorgio Squinzi: la riforma «è una boiata», ma va approvata lo stesso. Senza, per questo, scomporsi più di tanto. «Sono sicura che si ricrederà», replica il ministro al leader degli industriali.

Fornero parla al telefono, in un messaggio ad un convegno della Fondazione Craxi, a metà mattina. E usa parole concilianti, soprattutto verso le continue richieste di modifiche alla riforma che continuano ad arrivare dalle forze politiche. Del resto, l’obiettivo del governo, portare al Consiglio Ue del 28 giugno la riforma approvata, non è compatibile con toni diversi. «Non c’è dogmatismo in questa riforma del lavoro, il che significa che bisogna anche essere disposti e preparati a monitorarla, a vedere se gli effetti si discostano e in quale misura dagli obiettivi che ci si è posti e così, dovesse succedere, bisogna avere anche la disponibilità eventualmente a cambiare qualcosa», dice. L’invito del ministro è ad avere «un approccio pragmatico e una valutazione in itinere», perchè, aggiunge, «la riforma è complessa e quindi dobbiamo fare nostro un atteggiamento pragmatico». Fornero, quindi, evidenzia come «il controllo in itinere delle riforme vada usato come metodo affinchè contribuiscano al cambiamento» auspicato.


Fornero torna quindi a difendere un provvedimento che nasce inevitabilmente come un compromesso. La riforma del lavoro «è buon equilibrio tra esigenze spesso contrapposte delle diverse parti», spiega, aggiungendo: «se ci sforziamo tutti insieme di guardare alle cose positive che ci sono nella riforma, all’equilibrio che realizza, credo che faremo un buon passo verso la direzione di un futuro migliore per il Paese». Non è esattamente della stessa opinione il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. La riforma del lavoro, scandisce, «è una boiata» ma «non possiamo fare altro che prenderla così com’è perchè dobbiamo presentarci al summit europeo del 28 giugno con una proposta approvata». Il leader degli industriali guarda comunque avanti. «Speriamo di poterci rimettere mano», dice, aggiungendo: «stiamo cercando di moderare i toni perchè non vogliamo creare complicazioni». Altrettanto eloquenti le parole del leader della Uil, Luigi Angeletti. Che la riforma del mercato del lavoro potrà subire cambiamenti «mi sembra un modo per uscire dall’angolo», sintetizza, convinto che «promettere che si modificherà sembra un modo per dire ’votate e state zittì» visto che «sono sette mesi che parliamo di riforma del lavoro». A giudizio del segretario generale della Uil, in ogni caso, i tempi sono stretti: «se non fanno la riforma entro il 28 giugno non la fanno più», sottolinea.

La Cisl ritiene la riforma, pur con diversi i limiti, «utile, anche se da sola non risolutiva, per creare maggiori opportunità di lavoro». Secondo il sindacato di Via Po «va accompagnata da efficaci politiche per la crescita e soprattutto va attuata in modo dinamico negli aspetti più validi come, ad esempio, il contratto di apprendistato e potenziata nei punti più deboli come le politiche attive del lavoro per il reimpiego per i lavoratori in cassa integrazione e disoccupati». In particolare ciò vale per la riforma degli ammortizzatori sociali che «più di ogni altra parte del provvedimento è condizionata dall’emergenza della crisi economica, produttiva ed occupazionale». Guardano alle necessarie correzioni anche le altre valutazioni che arrivano durante le audizioni alla Camera. Il ddl lavoro «appare troppo frammentato per quanto concerne le politiche di ingresso ed eccessivamente rigido sul versante delle uscite». Di conseguenza «non sembra contenere tutti gli elementi necessari a un effettivo miglioramento del quadro regolamentare», è parere esposto dal direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini. «Permangono alcune criticità» sul ddl lavoro da «eliminare» in sede parlamentare. Grazie alle auspicate modifiche «si potrebbe imprimere una maggiore efficacia per arrivare all’auspicata azione di recupero della competitività nell’ambito del lavoro e, più in generale, una ripresa dell’economia nazionale», gli fa eco il direttore generale dell’Ania, Paolo Garonna.

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