Una riforma
pensionistica che di colpo, senza gradualità, allunga l’età pensionabile di
migliaia di persone è tecnicamente in grado di farla chiunque. Se non è stata
fatta dal governo precedente, è solo per motivi elettorali, perché anche gli
inetti e incapaci servi di Berlusconi potevano scrivere due norme inique per togliere
anni di vita a lavoratori che vedevano avvicinarsi l’età della pensione.
L’incapacità della
Fornero è ulteriormente dimostrata dal modo in cui ha “gestito” la vicenda
degli esodati. Di fronte ad una superficialità, a un grave errore com’è quello
di “dimenticarsi”, nello scrivere una riforma, della presenza di persone che
hanno accettato l’esodo proposto (quando non imposto) dalle aziende, ci si
assume la responsabilità e si opera nel più breve tempo possibile e nel
migliore dei modi per risolvere il problema. Esattamente ciò che non ha fatto
il ministro (se leggo ancora “ministra” o “signora Fornero” come fa, pure un
bravo giornalista di Massimo Riva, riempio i siti in questione d’insulti) Elsa
Fornero.
Detto quanto
sopra, diversamente da Massimo Riva non credo che il ministro Fornero non
volesse la diffusione dei dati per una "concezione elitaria del diritto di conoscenza". Bensì, credo che volesse evitare polemiche, il
consueto cicaleccio strumentale. Il che va bene. Va bene nella misura in cui si
tratta di prendere un tempo congruo per una verifica prima di diffondere dati. Sei
mesi non sono un tempo congruo.
E giacché il
ministro Fornero si permette di dire, riferendosi al presidente dell’Inps, che
se fosse in una struttura privata ci sarebbero motivi per dimissioni, le
ricordo – lo ricordo alla docente Elsa Fornero – che nelle aziende private,
diversamente dai ministeri e dalle Università, 6 mesi non sono un tempo
congruo. Sono un tempo d’inaccettabile inefficienza. Si viene trombati o
dimissionati per tali inefficienze. Può chiedere conferma al suo collega
Corrado Passera. Che ne ha trombata di gente. In senso professionale…
Conclusione: Elsa
Fornero impari a tacere. Perché se anche fosse accertata una responsabilità da
parte del presidente dell’Inps, da qualsiasi parte si valuti il suo
comportamento di ministro, ha dimostrato di essere persona inadatta a svolgere
il compito.
Taccia. O meglio
ancora: si tolga dai coglioni. E’ meglio se rientra nell’alveo protetto del “lavoro”
universitario.
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