da: Il Fatto
Quotidiano
Processo Mediaset, pm chiede 3 anni e 8 mesi per Berlusconi
Al termine della requisitoria il pm De Pasquale
chiede la condanna per frode fiscale perché "Ci sono le impronte
digitali" del Cavaliere "sui soldi dei fondi neri". Tra il 1994
e il 1998, questa la tesi dell'accusa, gonfiati i conti 368 milioni di dollari.
Tra il 2001-03 altri episodi simili per 40 milioni di euro
“Ci sono le
impronte digitali di Silvio Berlusconi sui soldi dei fondi neri”. Il
pubblico ministero Fabio De Pasquale ha chiesto che Silvio Berlusconi venga
condannato a 3 anni e 8 mesi per frode fiscale.
La richiesta come di rito è avvenuta al termine della requisitoria del processo
Mediaset che si sta svolgendo a Milano, sulle presunte irregolarità nella
compravendita dei diritti televisivi da parte del gruppo del Biscione.
Oltre all’ex premier ci sono 10 imputati, fra cui Fedele Confalonieri. Tutti
sono accusati di frode fiscale, mentre per i cittadini di Hong Kong c’è
un’altra accusa: il riciclaggio. Per Confalonieri, presidente del gruppo,
l’accusa ha chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione.
Le impronte
digitali, alle quali il pm fa riferimento sono conti bancari svizzeri dove sono
stati versati i fondi neri che, “sono riconducibili a Silvio Berlusconi“. Il
rappresentante della pubblica accusa ha molto insistito sulla circostanza che
Berlusconi è stato “l’apice della catena di comando dei diritti fin dal 1998″ e
che questo ruolo è stato da lui mantenuto anche dopo la discesa in campo nella
politica. Confutando la tesi difensiva secondo la quale Berlusconi avrebbe
lasciato il comando delle sue società dopo aver assunto l’impegno politico, De
Pasquale ha detto che questa argomentazione “fa a pugni con quello che leggiamo
sui giornali ogni giorno”. Per
il presunto “socio occulto di Berlusconi, l’imprenditore di origine egiziana
Frank Agrama, sono stati chiesti tre anni e otto mesi di carcere. Stando
alla ricostruzione della procura, le società della galassia Fininvest e poi
Mediaset
avrebbero acquistato a prezzi gonfiati i diritti dei programmi
televisivi dalle major americane e poi, tramite il mediatore Agrama, il
sovrappiù sarebbe stato accantonato in fondi neri messi a disposizione di
Silvio Berlusconi e sottratti al fisco italiano.
In quattro anni
tra il 1994 e il 1998, questa la tesi dell’accusa, attraverso “catene di
vendite fittizie” sarebbero stati gonfiati i costi dei diritti televisivi per
un totale di circa 368 milioni di dollari. Per quanto riguarda gli anni
compresi tra il 2001 e il 2003 invece i bilanci della società televisiva
sarebbero stati gonfiati di 40 milioni di euro, grazie all’aggiunta di
costi fittizi. De Pasquale durante
la requisitoria ha fatto riferimento alle consulenze della società di
revisione Kpmg che, a suo dire, “sono già metà della sentenza”. Infatti il
pm, grazie a questa consulenza ha ricostruito, “l’artificiosità
dell’organizzazione delle vendite fittizie per gonfiare i costi”, dei diritti
televisivi acquistati da Mediaset per creare, secondo l’accusa, fondi
neri. Il magistrato ha spiegato inoltre che nell’ambito delle
indagini è emerso che su conti bancari svizzeri “girava la cresta”, ossia i
fondi neri dei costi gonfiati, “attraverso transazioni illegali”. Le presunte
irregolarità, secondo il pm, avrebbero riguardato “circa 3mila titoli di film
che hanno dato origine a 12 mila passaggi contrattuali, ogni titolo dunque
aveva 4 passaggi commerciali”.
Il pm ha descritto
il meccanismo dei costi gonfiati come “un inferno di spezzettamenti” delle
transazioni tra società, puntando il dito soprattutto sul “rapporto ambiguo”
tra Mediaset e Paramount. Nella parte iniziale, inoltre, il magistrato ha
parlato dell’ormai noto “gruppo B Fininvest’’, ossia “di tutte quelle società
di carta” di cui era proprietario, secondo l’accusa, Silvio Berlusconi. Alcune
di queste società, soprattutto quelle maltesi, secondo il pm, avrebbero avuto
un ruolo fondamentale nel meccanismo di maggiorazione dei costi dei diritti
tv. Queste società nascoste di Fininvest, secondo il Pm, “è stato dimostrato
che erano di Berlusconi come persona fisica”. Il Pm ha anche fatto riferimento
a due società Century Onee Universal One, al centro secondo l’accusa della
compravendita dei diritti tv, che “erano formalmente di proprietà dei figli di
Berlusconi, di Marina e Pier Silvio”.
De Pasquale ha
chiesto inoltre condanne pluriennali per tutti gli imputati. La pena più alta
per il banchiere e fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue, accusato di
riciclaggio (sei anni più 30mila euro di multa); 3 anni per Marco Colombo
(frode); 3 anni e 30mila euro per Manuela De Socio (riciclaggio); 2 anni e
mezzo per Gabriella Galetto (frode); 5 anni e 30mila euro per Erminio Giraudo
(riciclaggio); 3 anni e 8 mesi per Daniele Lorenzano (frode); 4 anni e 30mila
euro per Carlo Scribani Rossi (riciclaggio).
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