Ovviamente, non
posso che condividere. Abbiamo espresso in modo diversi (http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/04/lombardia-fondi-neri-sanita-la-lettera.html)
concetti pressochè simili.
da: Il Fatto
Quotidiano
CL, la "sequela" di Carròn spiegata ai piccoli
di Piero Valesio
Sulla lettera
pubblicata da Repubblica da Don
Julian Carròn, reggente di Comunione e Liberazione, bisognerebbe applicare il metodo Saviano: leggere
attentamente passo per passo e cercare di capire qual è il messaggio. Lungi
da me l’intenzione di mettere sullo stesso piano il teologo iberico con
l’estensore mafioso della lettera a Michele Zagaria che Saviano ha decodificato
qualche giorno fa: ma dato che il
ciellinese è linguaggio per lo più sconosciuto ai più (non farsi capire è un
ottimo modo per dire tutto e il contrario di tutto) e avendolo io ben conosciuto in una fetta della mia gioventù mi
permetto una sorta di breve rilettura ragionata.
Personalmente non credo affatto che i vertici di Cl siano caduti dal pero quando si sono accorti che il più glamour fra i loro appartenenti aveva,
per così dire, pestato una serie di
cacche canine: penso altresì che la lettera non sia affatto una lettera di
scuse (peraltro non richieste. Da anni quei vertici sostengono che “Cl non fa
politica” ma si occupa di anime: perché dunque ora dovrrebbe chiedere scusa per
le manovre del Celeste?) quanto un
normale tentativo di disijnformacja (quella stessa dai cui pericoli
mettevano in guardia i ragazzini di Gioventù Studentesca) per, diciamo così, riposizionare il Movimento davanti alla
pubblica opinione cattolica magari anche un po’ incazzata.
Perché, egregio
dottor Carròn (eletto capo di Cl dallo stesso Giussani prima di morire: strana
e “siriana” scelta uno spagnolo, per un movimento che fuori dall’Italia ha
sempre strombazzato molto e raccolto poco) non
condivido affatto l’idea che alcuni
uomini di Cl impegnati nel sociale abbiano commesso errori (resta da vedere
se reati, ci ricorda il sacerdote) perché si sono discostati dal pensiero portante di Cl. Sono altresì convinto che
ci siano arrivati come estrema
conseguenza di quel pensiero. La parola chiave (che Carròn, ripete
all’infinito come il suo predecessore e tutti i suoi collaboratori) è
“sequela”.
La cosiddetta “sequela” del Cristo impone all’interno del
Movimento un solo schema di pensiero che qui brutalizzo in alcuni punti. 1)
Il Movimento è depositario della verità e dunque le scelte dei singoli si
devono adattare alla verità proposta dal movimento 2) Visto che lo Stato non si
può cambiare (c’è stata la breccia di Porta Pia e a molti da quelle parti non è
ancora andata giù) bisogna “metterci con chi ci sta” (altra frase molto amata
da quelle parti) e dunque sfruttare qualsiasi opportunità per arrivare
all’obiettivo principe: sostituirsi piano piano allo stato laico per offrirne di
fatto uno (sanità, scuola) di ispirazione confessionale. Dove non c’è più
l’aborto tanto per dire e dove a scuola si usano solo testi di autori per i
quali la Resistenza è stata un pericoloso intervento del marxismo nella società
italiana, sempre che sia esistita. Alla
vacanza ai Caraibi col costume rosso ma soprattutto con soldi che puzzano non ci si arriva violando la “sequela”; ma
osservandola fino alle sue estreme conseguenze.
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