venerdì 25 maggio 2012

Vaticano, Ior: sfiduciato il presidente Gotti Tedeschi

da: La Stampa

Vaticano, Gotti Tedeschi lascia lo Ior 

Dopo le tensioni per il caso San Raffalele e la legge sulla trasparenza, il presidente se ne va. Gli succede il suo vice, Ronaldo Hermann Schmitz
di Andrea Tornielli

Il presidente dello IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, Ettore Gotti Tedeschi ha lasciato la riunione del Consiglio di Sovrintendenza, il cda dei laici della banca vaticana, che stava per sfiduciarlo. Gli subentra il vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz. All’origine dell'uscita di scena dell’economista e banchiere italiano sembra ci siano le tensioni interne all'istituto, e i contrasti esistenti sulla nuova legge per la trasparenza che doveva portare la Santa Sede nella «white list» dei Paesi virtuosi in materia di antiriclaggio.  

Gotti Tedeschi era stato chiamato alla presidenza della banca vaticana nel 2009, per portare avanti l’opera di trasparenza voluta da Benedetto XVI. Pochi mesi dopo il suo arrivo, lo IOR era stato coinvolto in un’inchiesta della magistratura romana per alcune movimentazioni di denaro: Gotti aveva deciso di collaborare con i giudici, facendosi interrogare senza passare attraverso le rogatorie internazionali.

Una nota della sala stampa vaticana precisa che «dopo una delibera, il Board ha adottato all’unanimità un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio».

Il testo parla chiaro: «I membri del Consiglio sono rattristati per gli avvenimenti che hanno condotto al voto di sfiducia, ma considerano che quest’azione sia importante per mantenere la vitalità dell’Istituto». E aggiunge: «Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standards bancari internazionalmente accettati».  

Infine, informa ancora la nota, nella giornata di domani si riunirà la Commissione Cardinalizia per «trarre le conseguenze della delibera del Consiglio e decidere i passi più opportuni per il futuro».

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