Vaticano, Gotti Tedeschi lascia lo Ior
Dopo le
tensioni per il caso San Raffalele e la legge sulla trasparenza, il presidente
se ne va. Gli succede il suo vice, Ronaldo Hermann Schmitz
di Andrea
Tornielli
Il
presidente dello IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, Ettore Gotti Tedeschi ha lasciato la
riunione del Consiglio di Sovrintendenza, il cda dei laici della banca
vaticana, che stava per sfiduciarlo. Gli subentra il vicepresidente Ronaldo
Hermann Schmitz. All’origine dell'uscita di scena dell’economista e banchiere
italiano sembra ci siano le tensioni
interne all'istituto, e i contrasti
esistenti sulla nuova legge per la trasparenza che doveva portare la
Santa Sede nella «white list» dei Paesi virtuosi in materia di antiriclaggio.
Gotti
Tedeschi era stato chiamato alla
presidenza della banca vaticana nel 2009, per portare avanti l’opera
di trasparenza voluta da Benedetto XVI. Pochi mesi dopo il suo arrivo,
lo IOR era stato coinvolto in un’inchiesta della magistratura romana per alcune
movimentazioni di denaro: Gotti aveva deciso di collaborare con i giudici,
facendosi interrogare senza passare attraverso le rogatorie internazionali.
Una nota
della sala stampa vaticana precisa che «dopo una delibera, il Board ha
adottato all’unanimità un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio».
Il testo
parla chiaro: «I membri del Consiglio sono rattristati per gli avvenimenti che hanno condotto al voto di
sfiducia, ma considerano che quest’azione sia importante per mantenere la
vitalità dell’Istituto». E aggiunge: «Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente
Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie
relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto
di standards bancari internazionalmente accettati».
Infine,
informa ancora la nota, nella giornata di domani si riunirà la Commissione Cardinalizia per «trarre
le conseguenze della delibera del Consiglio e decidere i passi più opportuni
per il futuro».
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