giovedì 17 maggio 2012

Quelli di..”Roma ladrona”: Bossi e figli da Gemonio (Va), indagati



Bossi e figli indagati, “truffa da 18 milioni, Senatur sapeva”
"Firmava rendiconti". E spunta un messaggio di Riccardo dalla cartella The Family: ne ho parlato con papà

Umberto Bossi è indagato per truffa ai danni dello Stato pari a 18 milioni nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte distrazioni dei fondi della Lega. Il Senatur risponderà in qualità di legale rappresentante del partito, che firma i rendiconti che avviano l'iter dell'erogazione dei rimborsi.

Sono indagati anche i suoi figli Riccardo e Renzo (che è in vacanza in Marocco), per l'ipotesi di appropriazione indebita in concorso con l'ex tesoriere Belsito. I due avrebbero percepito una sorta di "paghetta", intorno ai 5mila euro mensili, nel periodo dal 2008 al 2011, che si andrebbero ad aggiungere ad altre spese per automobili, multe e cartelle esattoriali, che sono state saldate, secondo l'ipotesi accusatoria, con soldi dei rimborsi elettorali del Carroccio. Denaro che sarebbe stato versato ai due giovani direttamente da Belsito e di cui Umberto Bossi, sempre secondo le indagini, sarebbe stato a conoscenza.

Nel mirino dei Pm anche il senatore del Carroccio Piergiorgio Stiffoni con l'ipotesi di peculato e Paolo Scala con l'ipotesi di riciclaggio. Gli inquirenti stanno valutando anche la posizione di altre persone, tra cui la vicepresidente del Senato Rosi Mauro ed Emanuela Marrone, seconda e attuale moglie di Bossi (che non risultano indagate). Stanno svolgendo verifiche e accertamenti sulle uscite in favore del Sindacato padano e
della scuola Bosina fondata a Varese dalla Marrone.

Agli atti dell'inchiesta milanese anche un appunto di Riccardo Bossi per Belsito con scritto: "Ne ho parlato oggi con papà". La lettera, in cui chiede del denaro all'ex tesoriere far fronte alle sue spese, sarebbe stata contenuta nella cartellina "The Family", sequestrata insieme ad altri documenti nella cassaforte dell'ufficio di Roma di Belsito.

E dai triumviri dalla Lega arrivano messaggi di solidarietà per il Senatur. "Nulla può modificare la mia stima e il mio affetto per Bossi", ha detto Roberto Calderoli, secondo il quale "l'avviso è un atto dovuto per firme o sigla messe in buona fede", mentre Emanuela Dal Lago ha dichiarato che rimarrà "fino alla fine con Bossi, vicina al mio capo".

Dal canto suo, Roberto Maroni, ha scritto su Facebook questa mattina intorno alle 9:30: "Voglio una Lega unita, voglio una Lega forte, voglio una Lega viva. Una Lega che si concentra sulle cose da fare e non sulle menate interne, che progetta e governa, che dà risposte. Largo ai giovani e a chi è capace. Per faccendieri, ladri e ciarlatani non c'è posto nella Lega del futuro".

Nessun commento:

Posta un commento