mercoledì 30 maggio 2012

Tempo di crisi (per i soliti) e…di sfilate costose: 2 giugno e il Papa a Milano


da: Lettera 43

2 giugno, sobrietà da 3 mln
La sfilata e il papa a Milano costano 13 milioni di euro.

Meglio passare il 2 giugno tra i terremotati che tra i carrarmati. Lo slogan è ormai un mantra che dilaga sul web, spazio privilegiato di dibattito e protesta dopo la seconda forte scossa che si è registrata in Emilia Romagna il 29 maggio.
Già da qualche anno, con l’approssimarsi della parata ai Fori imperiali per la Festa della Repubblica, le prime a sfilare sono le polemiche per il significato (troppo militarista? Ormai anacronistico?) e soprattutto per i costi della kermesse.
QUASI 3 MILIONI DI EURO. Quest’anno, poi, la recessione morde come non mai. E in più ora ci si è messo il sisma in Emilia a dare fuoco alle polveri. Per il 2012 è stata prevista una sfilata di circa 3.200 militari e civili per un costo complessivo che si aggira, secondo le stime della Difesa, i tra i 2 milioni e 600 mila e i 2 milioni e 900 mila euro.
In molti, anche tra i partiti, hanno chiesto con forza che i soldi venissero dirottati sulla prima fase di emergenza post-terremoto. Ma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha replicato che il 2 giugno è sacro concedendo soltanto che l’evento si svolga «con sobrietà».
Resta da capire che cosa significhi in concreto e, comunque, un piccolo risparmio rispetto all’anno scorso (nel 2011 il costo totale è stato di 4 milioni e 398 mila euro) non rappresenta una risposta adeguata alle urgenze del Paese.
In Rete è addirittura partita una raccolta firme per convincere il capo dello Stato
ad annullare la parata. E i promotori fanno notare che il beneficio non sarebbe solo economico, ma anche simbolico: cancellando per una volta la sfilata militare, lo Stato darebbe infatti un forte segno di sensibilità e vicinanza alle popolazioni colpite.

La parata a Roma e Ratzinger a Milano costano circa 13 milioni di euro

L’altro evento finito nel mirino di internet è la visita dell’1-3 giugno a Milano da parte di Papa Benedetto XVI per il Family Day 2012. Palazzo Marino aveva inizialmente previsto uno stanziamento di circa 3 milioni di euro per potenziare trasporti, pulizia e per il presidio di polizia municipale e addetti alla Protezione civile. A questi si aggiungono i 2 milioni stanziati dalla Regione.

VISITA MILIONARIA. In realtà il costo complessivo dell’evento dovrebbe aggirarsi sui 10 milioni di euro, considerate anche le impressionanti misure di sicurezza messe a punto per garantire la sicurezza del Pontefice, neanche dovesse andare a Kabul.
I difensori delle due manifestazioni, parata ai Fori imperiali e visita di Joseph Ratzinger a Milano, fanno notare che i soldi per la prima sono stati in gran parte già spesi e che l’arrivo del Papa creerà un indotto per il territorio meneghino (hinterland compreso) di 57 milioni di euro (si attendono 1 milione di pellegrini).
In questo secondo caso, però, la ricaduta positiva non è sicura, mentre le spese di gestione sono certissime.
IL SISMA PESA SUI CITTADINI. Sul fronte della sfilata del 2 giugno, invece, i benefici di cassa ci sarebbero anche annullandola all’ultimo momento. Basti soltanto considerare il carburante che quel giorno sarà bruciato dai mezzi terrestri e dalle Frecce tricolori che voleranno nel cielo di Roma. Mentre il governo si prepara magari a caricare (per l’emergenza sisma) altri 2 o 3 centesimi di accise sulla benzina che i normali cittadini consumano ogni giorno per andare al lavoro.
Tirando le somme, i militari che marciano nella capitale e Benedetto XVI che sfila a Milano potrebbero costare intorno ai 15 milioni di euro. Una cifra non da poco se si tiene presente che Palazzo Chigi ha stanziato 50 milioni per i primi interventi dopo la scossa del 20 maggio.
Ma è chiaro che i danni complessivi del terremoto emiliano sono molto più alti. Si parla di 1 miliardo e di gravi ripercussioni per comparti chiave della regione (e del made in Italy) come l’agricoltura di qualità e il biomedicale nell’industria. Tra l’altro, circa 15 mila lavoratori hanno di fronte un periodo di cassa integrazione e qualche migliaio rischia il posto.

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