da: Corriere della Sera
Dal
governatore un milione all'amico che compra in Sardegna una villa da Daccò
Nel 2011 Formigoni
versò al coinquilino una somma equivalente a 11 anni di stipendio. Circa 3
milioni il prezzo pattuito per la casa
di Luigi
Ferrarella e Giuseppe Guastella
Parsimonia e amicizia
devono essere due valori molto cari a Roberto Formigoni, altrimenti non si
riesce a capire come il presidente della Regione Lombardia, che dichiara
redditi per poco meno di 100.000 euro netti l'anno, nella primavera 2011 abbia
dato 1 milione e 100.000 euro - cioè l'equivalente di 11 anni di entrate
interamente risparmiate senza spendere neppure un centesimo per mangiare o
vestirsi o pagare le bollette - al suo amico e convivente (nella comunità
ciellina dei Memores Domini) Alberto Perego. Il quale, dopo una settimana, li
ha usati per unirli a un mutuo da 1,5 milioni e rimpolpare così il gruzzolo con
cui al rogito di fine ottobre 2011 è diventato il solo acquirente formale - per
un prezzo pattuito in 3 milioni di euro ma sulla cui congruità sono in corso
accertamenti - di una lussuosa villa in Sardegna da 13 vani, vendutagli da una
società dietro la quale c'era, guarda caso, Pierangelo Daccò.
«LE LEVE DELLA
DISCREZIONALITA'» Daccò è proprio il mediatore arrestato appena 7 giorni dopo
quel rogito. Lui per primo dice di non essere un tecnico della sanità, e
tuttavia era conteso da ospedali privati che come San Raffaele e Maugeri
facevano a gara a ricoprirlo di decine di milioni di euro per la sua misteriosa
abilità nell'«aprire le porte in Regione Lombardia» e nello spuntare
prestazioni e pagamenti aggiuntivi grazie alla sua capacità di «giocare» e
«muovere le leve della discrezionalità dell'ente pubblico». Autodefinizioni
dello stesso uomo d'affari che, teorizzando d'aver «sfruttato la mia conoscenza
personale con Formigoni per accreditarmi presso i miei clienti», ammette d'aver
ripetutamente pagato
al governatore (quasi sempre senza rimborsi) e a Perego
vacanze ai Caraibi e in Costa Azzurra, in resort di lusso, su aerei privati e
sullo yacht «Ad Maiora». E in particolare d'aver ceduto per 4 mesi nel
DALLA CONDANNA
ALLA SARDEGNA - La figura di Perego, commercialista con società a Torino,
persona che secondo Antonio Simone «anni fa teneva la contabilità del Movimento
Popolare», diventa così sempre più interessante nelle vicende di Formigoni, a
margine delle quali era già comparso quando pochi mesi fa era stato condannato
in primo grado a 4 mesi (pena sospesa) per falsa testimonianza per aver negato
di essere il beneficiario di un conto bancario svizzero nell'inchiesta «Oil for
Food» sul rappresentante personale di Formigoni in Iraq, Marco Mazarino De
Petro, la cui condanna per corruzione internazionale si è prescritta in
appello. Adesso, invece, Perego compare come il beneficiario di un bonifico,
assolutamente alla luce del sole da conto a conto bancario, con il quale
Formigoni il 13 maggio 2011 gli destina 1 milione di euro (con la causale
«mutuo concordato»), aggiungendo il 17 giugno un secondo bonifico da 100.000
euro. Il governatore guadagna circa 100.000 euro netti l'anno: anche spalmando a
ritroso lo stesso attuale livello di reddito, e salvo che la provvista di
denaro origini da eredità o da dismissioni di proprietà, il milione e 100.000 a Perego vale
dunque quanto 11 anni di stipendi interamente accantonati da Formigoni, come se
fosse vissuto solo d'aria nell'ultimo decennio.
I VERSAMENTI DAL
2005 AL 2009 - Ma l'altra particolarità è che, se questo milione e 100.000
coincide con l'acquisto di Perego della villa costruita da Daccò in Costa
Smeralda, esistono altre ingenti e frequenti somme di denaro che negli anni
passati Formigoni ha destinato all'amico Perego. Questi versamenti cominciano
nel 2005 e proseguono almeno sino al 2009: a volte sono 25.000 euro, altre
volte 50.000, ci sono anche punte da 70.000, e alla fine il totale supera i 350.000
euro. Cifra che anch'essa interpella la natura dei rapporti patrimoniali tra
Formigoni e il commercialista.
Quest'ultimo è, in base alle carte anche qui alla luce del sole, l'acquirente il 28 ottobre 2011 della villa di 13 vani nella frazione Li Liccioli del comune di Arzachena, in provincia di Oristano: uno splendido immobile inserito nel consorzio Costa Smeralda (vicino a Cala di Volpe e al Pevero Golf Club) e dichiarato al valore catastale come prima casa di 445.000 euro, che Perego compra per 3 milioni dalla società «Limes srl» facente capo a Daccò, arrestato di lì a poco il 15 novembre. Perego paga in due rate. Un bonifico di 1,5 milioni il 20 maggio 2011, sette giorni dopo l'aiuto di 1 milione da Formigoni; e gli altri 1,5 milioni al rogito il 28 ottobre con un mutuo bancario.
Quest'ultimo è, in base alle carte anche qui alla luce del sole, l'acquirente il 28 ottobre 2011 della villa di 13 vani nella frazione Li Liccioli del comune di Arzachena, in provincia di Oristano: uno splendido immobile inserito nel consorzio Costa Smeralda (vicino a Cala di Volpe e al Pevero Golf Club) e dichiarato al valore catastale come prima casa di 445.000 euro, che Perego compra per 3 milioni dalla società «Limes srl» facente capo a Daccò, arrestato di lì a poco il 15 novembre. Perego paga in due rate. Un bonifico di 1,5 milioni il 20 maggio 2011, sette giorni dopo l'aiuto di 1 milione da Formigoni; e gli altri 1,5 milioni al rogito il 28 ottobre con un mutuo bancario.
LA VALUTAZIONE E
IL PREZZO «ANOMALO» - L'acquisto è sotto la lente degli accertamenti per due
profili. Il primo è la congruità del prezzo o l'esistenza di un maxisconto di
favore. Daccò, interrogato, ha sostenuto di aver interpellato «un perito» e di
aver «verificato la valutazione dell'Agenzia delle Entrate», fissando il prezzo
in 3 milioni perché le due stime «collimavano tra i 2,7 e i 3,2 milioni di
euro». Ma esistono altre valutazioni che, per immobili comparabili in zona,
stimano prezzi ben maggiori e persino doppi. Il secondo aspetto a incuriosire è
il fatto che, dei tre lotti costruiti nel 2006, due furono venduti presto nel
2007 anche se non si sa bene a chi (visto che uno andò per 5,7 milioni a una
società lussemburghese, e l'altro per 1,4 milioni a una società italiana
controllata però da una lussemburghese), mentre questo sarebbe rimasto non a
profitto ma sul groppone della «Limes srl» fino alla vendita nel 2011 a Perego. Eppure
Formigoni e Perego sono stati in questa villa già prima, «li ho ospitati anche
prima dell'acquisto di Perego affinché la provasse», dice Daccò. Solo che
esiste un unico contratto d'affitto a Perego e per il solo mese di agosto 2011
al costo di 20.000 euro. E invece Antonio Simone, in uno dei primi
interrogatori, ai pm ha detto una cosa diversa: «Perego passava lunghi periodi
in Sardegna dove ha acquistato un'abitazione che gli ha venduto Daccò».
I 40 MILIONI DI
DOLLARI AI CARAIBI - Per Daccò, del resto, dopo 6 mesi di arresti e con il
primo processo per il San Raffaele all'orizzonte il 27 giugno, arrivano nuove
complicazioni. Non solo il suo primo fiduciario svizzero, Giancarlo Grenci, ma
anche il secondo, Sandro Fenyo, ha di fatto svelato altri pezzi del
mondo-Daccò. «Una mail inviata da Fenyo alla Bsi di Lugano», ad esempio, ha
indirettamente consegnato ai pm «l'apertura del conto della società panamense
Sikri Investments Inc., nella quale è riportata la situazione patrimoniale di
Daccò anche con riferimento a proprietà immobiliari nei Caraibi per un valore
di oltre 40 milioni di dollari».
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