Guardia
di Finanza, si dimette Rapetto.
Multò i re dei videopoker per 98 miliardi
Polemico addio su Twitter del colonnello autore di numerose inchieste sul cyber crime e sulle truffe fiscali delle concessionarie del gioco d'azzardo: "Cancellati 37 anni di sacrifici, momento difficile e indesiderato"
di Federico
Mello
Era un
punto di riferimento, in Italia e non solo, per tutto ciò che riguarda le cyber-truffe
e le inchieste telematiche. Ed è stato l’uomo che, con le sue indagini, ha
fatto infliggere una mega multa da 98 miliardi a dieci società concessionarie
del gioco d’azzardo di Stato, poi ridotta dalla Corte dei conti alla cifra
comunque consistente di 2,5 miliardi. Ora il colonnello della Guardia di
finanza Umberto Rapetto, 53 anni, ha annunciato le sue
dimissioni su Twitter: “Chiedo scusa a tutti quelli che mi
hanno dato fiducia, ma qualche minuto fa sono stato costretto a dare le
dimissioni dalla GdF” scrive alle 9:44 del mattino del 29 maggio; “Qualche
modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici
e di soddisfazioni e i tanti sogni al Gat GdF”, rincara la dose mezz’ora dopo.
Rapetto
era stato il fondatore del Gat (Gruppo anti-crimine telematico),
poi diventato Nucleo speciale frodi telematiche. È il reparto che si occupa di
contrastare le truffe via Internet, i criminali e gli attacchi
informatici. Giornalista pubblicista e autore di numerose pubblicazioni –
era stato nominato Ufficiale dell’ordine al
merito della Repubblica
Italiana da Carlo Azeglio Ciampi – il colonnello era noto per
numerose inchieste condotte con successo: dall’operazione “Macchianera” che portò
alla luce centinaia di frodi nei confronti dell’Inps, alle indagini che avevano
portato all’arresto di criminali informatici in grado di
penetrare nel sistema di sicurezza del Pentagono.
A costargli
il posto, però, potrebbe essere stata proprio l’inchiesta sulle slot
machine non collegate alla rete telematica dello Stato. E’ di ieri la
notizia degli arresti domiciliari di Massimo Ponzellini: l’ex presidente di Bpm
ha ricevuto la misura cautelare per un finanziamento sospetto proprio alla
società di slot machine, Atlantis.
Le dimissioni
arrivano dopo che, bocciata la sua promozione a generale, Rapetto viene rimosso
dal Gat – dal prossimo luglio – e spedito a frequentare – da studente – un
corso al Centro Studi della Difesa,
struttura presso la quale insegnava da 15 anni. Un’assurdità, che segue la
bufera politica già sollevata quando venne decisa la sua rimozione sulla quale
si erano concentrate ben nove interrogazioni parlamentari provenienti da
pressoché tutto l’arco politico (e nelle quali veniva sottolineato la sua
“professionalità specifica e riconosciuta a livello internazionale come
esperto di lotta al crimine informatico”).
Il Comando
generale delle Fiamme Gialle fece sapere che le sue indagini avevano
“frequentemente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto
da un punto di vista mediatico” e che il suo allontanamento dal Gat non
era “certamente una rimozione ma, al contrario, rientra nella normalità delle
vicende che interessano tutti gli ufficiali della Guardia di finanza”.
Ieri,
però, sono arrivate le dimissioni. Con tanta amarezza. Rapetto, oltre che a
Twitter, si è affidato anche a Facebook per esprimere la sua delusione: “Grazie
a tutti per la solidarietà: il momento è difficile e indesiderato…”.
Evidentemente per lui l’aria era diventata irrespirabile.
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