martedì 22 maggio 2012

Terremoto in Emilia: capannoni crollati


da: Lettera 43

Emilia, fabbriche della morte
La struttura dei capannoni distrutti era inadeguata al rischio sismico.

Dopo il terremoto che ha devastato l'Emilia, ci si interroga sui reali pericoli per la Val Padana. Le ultime polemiche sono sulla tenuta dei tanti capannoni industriali che sono andati distrutti a causa del sisma. Eppure le cosiddette «fabbriche della morte» sono state costruite solo cinque o 10 anni fa, quindi avrebbero dovuto essere sicure.
«PROBLEMA STRUTTURALE». Ma allora cosa non ha funzionato? «È anche un problema strutturale», ha spiegato a La Repubblica l'architetto Fabrizio Magnani, responsabile tecnico del Comune di Bondeno, uno dei paesi più colpiti dal terremoto.
«Le strutture industriale che sono cadute hanno quasi tutte tra i cinque e i 10 anni. Questo non vuol dire che siano state costruite male», ha aggiunto. Il punto è un altro: «Prima del 2005 l'alto Ferrarese non era considerato zona sismica e dunque le fabbriche tirate su prima di allora non hanno certi requisiti strutturali. Sono rimaste indietro».
INADEGUATEZZA SISMICA. Quindi alcuni capannoni non erano al passo con il nuovo status di zona al terzo livello di rischio terremoto.
Come ha sintetizzato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, «una cosa che va bene oggi non va bene domani» e dunque si è aperta una questione di inadeguatezza sismica.
«NON È STATA UNA FATALITÀ». La procura di Ferrara ha aperto un'inchiesta a riguardo e intanto dalla Camera del Lavoro della città hanno sentenziato: «Non è stata una fatalità».
In attesa delle verifiche necessarie sul territorio, il dubbio che la tragedia fosse evitabile è sempre più forte.

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