Sciacallaggio digitale sul terremoto, con scuse
di Giampaolo Colletti
In queste ore di
profondo dolore e cordoglio per la tragedia del terremoto in Emilia non sono
mancati episodi censurabili, manifestati soprattutto in rete. I comportamenti
peggiori hanno purtroppo coinvolto aziende che operano costantemente con le
nuove tecnologie e che – per inesperienza? – hanno sfruttato scioccamente il trend
tweet dettato dal terremoto, di fatto speculando sulla tragedia.
Diverse sono state
le prove di “sciacallaggio digitale”, come definirei questa pratica di utilizzo
di Twitter per personali interessi di business. Tra gli episodi più
raccapriccianti nella foto sopra riportata e ripresa da svariati post su
Facebook si può leggere il tweet di tre aziende (Prenotable, Brux Sport e
Groupalia) che hanno ripreso il tema del terremoto per poter proporre i loro
prodotti o servizi. E il tutto sin dalle prime ore dell’emergenza, in un
momento di profondo sconcerto e dolore per ciò che stava
accadendo. Ovviamente sono piovute migliaia di critiche e le aziende sotto
accusa – soprattutto Groupalia – sono state prese d’assalto a suon di post e
tweet da navigatori inferociti. Così di lì a poco sono scattate le scuse via
Twitter.
Nel caso di
Groupalia alle scuse tramite social network è seguito anche un comunicato
ufficiale, una presa di distanza del country manager di Groupalia per
l’Italia Andrea Gualtieri. Così ha dichiarato Gualtieri: “Sono davvero
costernato per quanto accaduto e chiedo scusa alla popolazione colpita dal
sisma per averla offesa. Si è trattato di un gesto irresponsabile dettato
principalmente da superficialità e inesperienza. Mi scuso ancora e, per
esprimere vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto,
l’azienda ha deciso di effettuare una donazione alla Croce Rossa Italiana, da
destinare alle persone coinvolte nel sisma. Inoltre, pubblicheremo nei prossimi
giorni un deal solidale, per chiunque voglia essere di aiuto e fare una propria
donazione”.
In questo blog ci
occupiamo di wwworkers e nuove tecnologie, e di come la rete possa supportare
il mondo del lavoro. Ecco la rete per noi e per migliaia di wwworkers è un
acceleratore di business, un luogo di confronto, una vera agorà digitale. Però
la rete può anche mostrarsi nella sua forma più becera, e bene hanno fatto gli
utenti a sanzionare il comportamento di tali aziende.
Ma mi chiedo: di
fronte ad una azione del genere dettata da superficialità e inesperienza
possono davvero bastare le scuse? In altri Paesi nelle aziende ci si dimette
giustamente per un titolo di laurea falso: così
è avvenuto per l’ad di Yahoo! Scott Thompson soltanto pochi giorni fa
(anche se da più parti si spiegano le dimissioni con un possibile problema di
salute). Per quello che è avvenuto stamane le dimissioni di chi avrebbe dovuto
vigilare su quel “gesto irresponsabile” sarebbero non solo gradite, ma forse
anche dovute.
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