Sono disposta a
qualsiasi cosa (beh…tenendo conto della mia non più verde età e del fatto che
sono stata cresciuta con sani principi morali) per sapere da Paolo Madeddu chi
sia la testa di minchia di “giornalista” nonché, presumo, anche “critico musicale”, che sostiene che i Led Zeppelin “fanno cagare” e i Rolling Stones sono “sopravvalutati”.
Dall’articolo
rilevo che trattasi di un leccalecca
defilippiano fans dei sui “talenti”. Ergo: uno che di musica non capisce un
cazzo.
Certe affermazioni
vengono fatte per farsi notare. Se dici che i Led Zeppelin sono uno dei più
grandi gruppi rock di tutti i tempi non ti si fila nessuno. Quindi: devi dire
il contrario.
E pensare che ad alcuni,
per farsi notare, non serve aprire bocca. Basta un’inquadratura ad Amici.
Ovviamente, dopo le 22:30, cioè finita la fascia
protetta. Perché vedere una faccia
come il culo prima di quell’ora scatenerebbe il Moige.
Lo strano caso di Rudi Zerbi
di Paolo Madeddu
Non è vero che la discografia italiana non è più capace
di sfornare talenti. Prendiamo la Sony. Sotto la guida di Rudy Zerbi, ha
lanciato una superstar. Ovvero, Rudy Zerbi.
C’è qualcuno che
riesce a non imbattersi in lui? In tv. Alla radio. Sui giornali. Sui social
network: se non di persona, grazie a gruppi che lo celebrano, tipo “Profonda
stima per Rudy Zerbi che prende per il culo a tutti” (piace a 5.386 persone che
non hanno profonda stima per l’analisi grammaticale) o “La Garbatezza Di Rudy
Zerbi A Italia’s Got Talent” (piace a 1.002 persone piene di garbatezza ma
prive di garbo). Insomma, già due anni fa Samuele Bersani in un’intervista
segnalava la peculiarità della situazione: “Un giorno stavo girando per Bologna
con Rudy Zerbi, presidente della Sony, e la gente fermava lui per chiedergli un
autografo”. Del più inquadrato
e
splendente tra i personaggi di Amici, reso popolare dalla Gialappa’s
(...grazie) e in pieno boom di popolarità teleradiofonica, si dicono tante
cose. Una l’ha detta lui: pochi anni fa ha scoperto di essere figlio dell’antico burlone Davide Mengacci.
Ha talmente l’aria della goliardata che potrebbe esser vero. Ma ha l’aria della
goliardata lo stesso. Poi, su internet, molte biografie dicono che è Cavaliere
del Lavoro. Nell’elenco cavalleresco non risulta: né a nome Zerbi, né a
nome Mengacci. Boh. Chissà: forse lo era ma se n’è andato, così come se n’è andato da Twitter: notizione enorme,
così importante che è stato dato addirittura dall’ANSA (non sto scherzando. Cliccate qui).
Poi, si dice che alla Sony nessuno abbia avuto i risultati
paragonabili ai suoi. A dire il vero, lo ha detto lui, in un’intervista ad Andrea Scarpa, su Vanity Fair. A sentire
qualche testimone non sembrano essere stati gli anni più felici per i
dipendenti (diversi dei quali, diventati ex dipendenti) ma ammetterete che la scelta delle parole è sapiente:
“Nessuno ha avuto risultati paragonabili”.
E lui dalla Sony non è stato invitato a dimettersi: è
lui che se n’è andato perché non si divertiva.
Poi, se qualcuno è così fallito e
invidioso da ironizzare, peggio
per lui. “Spesso si parla male di lei”, gli dice Scarpa nella succitata
intervista. “Lo so, e mi fa piacere”, è la risposta. Quindi, non sia mai: lo
stupendo Zerbi, col suo miracoloso, unico intuito per il talento, è sicuramente
il più straordinario ex discografico d’Italia. Ci piacerebbe dire che è il più fantastico ex discografico del
mondo, ma qui sorge un problema.
Perché il sublime
Rudy rappresenta, inevitabilmente, il corrispettivo italiano del successo di Simon Cowell nei paesi anglosassoni: un
ex discografico che conquista i
media grazie a un sapiente modo di proporsi al pubblico, ma anche – particolare
cruciale – grazie a un allure di luminoso stratega
musicale, di gran burattinaio delle note
in grado, grazie a innata magia, di annusare prima di tutti il profumo del
talento. Tanto che, proprio come accade con Cowell e a differenza di quanto capitato con Mara Maionchi (della quale veniva ricordato a ogni piè sospinto il
ruolo decisivo nel lancio di almeno due nomi veramente grossi: Gianna Nannini,
Tiziano Ferro) nessuno pare desideroso di spigolare i curricula per vedere quanto i due
eccelsi istrioni hanno regalato al mondo in anni da impareggiabili rabdomanti del talento. Fa brutto. Fa
malfidente.
Però, qualcuno di veramente fallito e veramente invidioso
potrebbe farlo.
E dunque, vediamo:
secondo Wikipedia Cowell ha lanciato Curiosity
Killed the Cat (un lancio di non lunghissima gittata, invero), i 5ive, Westlife. Poi, il botto coi
programmi tv. Ma un momento: qualche anno fa, è tornato al management per lo stomachevole gruppo Il Divo. Mmh, wow. Cosa
sarebbe stata la storia della musica
senza il contributo di Simon Cowell.
E analogamente, ripercorrendo il prezioso archivio di Rockol, scopriamo che nel
2002 Zerbi ha prodotto un
giovanissimo artista: Gianni Morandi.
Nel 2004 è stato “folgorato da Ivan Segreto”. Poi, di recente, ha fatto
scoprire alla Sony talenti scoperti da
altri: Biagio Antonacci, Gianna
Nannini, Gianluca Grignani. E, quando gli si chiede chi è l’artista di cui
più va orgoglioso, risponde: “Alessandra
Amoroso”. La quale, si potrebbe obiettare, è stata scoperta da un talent show al quale all’epoca lui non prendeva parte. Questo è il punto:
la grande scoperta del magico Rudy non sono i talenti, ma casomai i talent: la Sony, con lui, ha
messo sotto contratto tutti gli artisti di X
Factor a partire dagli Aram Quartet, ma non solo: anche molti amici di Amici:
la succitata Amoroso, Loredana Errore, Pierdavide Carone. I cui dischi, ha
rivendicato Zerbi, sono “signori dischi”. Un entusiasmo incontenibile, dovuto
al fatto che “Da due anni a questa parte, le classifiche lo dimostrano, i
dischi che vendono arrivano da un format televisivo. Un buon presidente d’azienda deve cogliere per tempo le evoluzioni del
mercato e comportarsi di conseguenza”.
Sapete una cosa?
Io sto guardando la classifica, e non vedo un solo disco “talent” in top ten.
E questo, malgrado in questi giorni si sia nel pieno della fanfara Defilippesca così devotamente
seguita dai giornalisti, specie quelli che prendono bei soldi per andare lì e dire che i ragazzi sono tutti bravi (da
fallito e invidioso, potrei citarne uno che tempo fa mi spiegava che i Led
Zeppelin “fanno cagare” e i Rolling Stones sono “sopravvalutati”. Ma non lo
faccio, rosico in silenzio. Beh, relativamente).
Insomma sono
sicuramente i più bravi ragazzi del mondo, ma ora come ora non li vedo
stravendere. C’è Emma al n.11, Annalisa al n.17, Marco Carta al n.19. E come
potete verificare sul sito della FIMI, nel 2011 gli artisti italiani hanno dominato
le vendite, sì. Ma ecco i loro nomi:
Vasco Rossi
Modà
Jovanotti
Laura Pausini
Gianna Nannini
Tiziano Ferro
Zucchero.
A completare la top ten:
Adele
Michael Bublè
Coldplay.
Ce ne fosse uno, UNO, uscito da un talent-show.
Ma in fondo che
importa al bravo pubblico a casa, se uno sa quel che dice. Anzi, invece che
stare qui a cercare di simulare competenza, forse è il caso che inizi a presentarmi come ex discografico che vanta risultati senza paragone. Prima che sia
tardi. Perché nonostante tutto questo
talento che ci circonda, tra un po’ di ex
discografici in giro ce ne saranno pure
troppi.
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