da: La
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Scalata
Bnl-Unipol, Fazio assolto
Condannati
Consorte e Sacchetti
Cadono le accuse aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilaza per l'ex governatore, Caltagirone, Ricucci, Bonsignore e altri sei
Non ci fu
manipolazione del mercato, non ci fu un accordo ’occulto' tra vari soggetti,
compagnia, banche e cosiddetti ’contropattisti', per fare in modo che Bnl
finisse ’nelle manì di Unipol. Così, a 7 anni di distanza dall’estate dei
’furbetti del quartierino', la Corte d’Appello di Milano ’scardina'le accuse
che la Procura milanese ha mosso per quella tentata scalata e su 13 imputati,
ne assolve undici, tra cui anche l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio.
Il collegio della seconda sezione d’Appello (presidente Filippo Lapertosa) ha
fatto ’cadere' infatti la contestazione principale del processo, quella
di aggiotaggio, ossia l’ipotesi di avere ’inquinato' con false informazioni e
patti segreti i valori dei titoli in Borsa in modo che Unipol riuscisse ad
acquisire la Bnl. Accusa questa che ha retto invece nel processo di secondo
grado, conclusosi pochi giorni fa, sull’altro capitolo del ’risiko bancariò
dell’estate 2005, la tentata scalata di Bpi ad Antonveneta, seppure con un
forte riduzione delle pene rispetto al primo grado (per Fazio la condanna è
passata da 4 anni a 2 anni e mezzo) e diverse assoluzioni.
Oggi,
invece, una vera e propria ’esultanza', comunque composta, delle difese ha
salutato il colpo di scena. Assolto Fazio (3 anni e 6 mesi in primo grado, con
i giudici che lo avevano definito il «regista occulto» di una operazione anche
«di rilevanza politica») e con lui Carlo Cimbri, ad di Unipol, l’editore
Francesco Gaetano
Caltagirone (che in mattinata si era presentato in aula per
dire che la sua condanna «era ingiusta»), l’eurodeputato del Pdl, Vito
Bonsignore, e poi anche gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e
Giuseppe Statuto. E ancora assoluzioni per il finanziere Emilio Gnutti, per i
fratelli Ettore e Tiberio Lonati e il banchiere Bruno Leoni. Erano tutti
accusati di quell’aggiotaggio, ’cancellato' «perché il fatto non sussiste»,
dalla Corte ed erano stati condannati a pene fino a 3 anni e 7 mesi. Sono
rimasti in piedi solo i reati di ostacolo all’autorità di vigilanza (Cimbri è
stato prosciolto anche da questa accusa) e l’insider trading che hanno portato
a sole due condanne con drastica riduzione della pena: 1 anni e 7 mesi per
Giovanni Consorte, l’ex numero uno di Unipol (per lui in primo grado, lo scorso
ottobre, la pena più alta, 3 anni e 10 mesi), e 1 anno e 6 mesi per il suo ex
’braccio destro' Ivano Sacchetti. Anche loro comunque sono stati assolti
dall’accusa di aver manipolato il mercato. Nella parte delle imputazioni che si
è salvata - saranno in ogni caso le motivazioni tra 15 giorni a chiarire tutto
- ci sono di certo quelle ormai note telefonate ai politici del luglio 2005,
con le quali l’ex presidente di Unipol avrebbe commesso insider trading (abuso
di informazioni privilegiate). E se nella famosa intercettazione l’allora
leader dei Ds Piero Fassino diceva «allora, abbiamo una banca?», con la
sentenza di oggi, secondo le difese, tra cui i legali Marco De Luca e Guido
Alleva, si è dimostrato che «l’Italia ha perso una banca».
Il
riferimento è al fatto che Bnl è poi stata acquistata dai francesi di Bnp
Paribas. A detta dei legali «resta ora un danno economico irreparabile per il
Paese, perchè se non ci fosse stato un intervento così pesante da parte dei
magistrati le cose sarebbero andate diversamente per Bnl». Mentre Giovanni
Consorte osserva che «dopo 7 anni la Corte d’appello riconosce la leicità
dell’operazione Bnl da parte di Unipol». È stata revocata anche la
provvisionale, stabilita in primo grado, da 15 milioni di euro che alcuni
imputati dovevano versare a Bbva, il Banco di Bilbao, parte civile nel processo
perché all’epoca era ’in corsa' nell’operazione Bnl e che ora dovrà anche
pagare le spese di giudizio. Ridotta pure la sanzione pecuniaria di Unipol (da
720 mila euro a 420 mila) e cancellate quelle a carico della Banca Popolare
dell’Emilia Romagna e di Hopa. Ovviamente il sostituto pg Felice Isnardi, che
ha ’ereditatò il processo dai pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta, preparerà il
ricorso in Cassazione.
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