martedì 29 maggio 2012

Terremoto al Nord, Emilia: si è aperta una nuova faglia


Come volevasi dimostrate. Come per il caldo e il freddo, si tratta del solito evento eccezionale: “Emilia, mai così da cinque secoli”….


da: la Repubblica

Emilia, forse aperta una nuova faglia
Napolitano: "Verificare misure preventive"

Un nuovo sciame era ipotizzabile, secondo i tecnici. Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: la nuova potente scossa era una "temuta" eventualità. Il Cnr: "Emilia, mai così da cinque secoli". E il capo dello Stato chiede chiarezza sulle attività di prevenzione

Si dovrebbe all'apertura di una nuova faglia la serie di nuove scosse - la più potente di magnitudo 5,8 Richter, questa mattina - che ha fatto tremare ancora il modenese ed è stata avvertita in gran parte del Nord Italia. Su questo concordano Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi (Cng), e Alessandro Amato, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Amato, però, rivela che per gli esperti il nuovo evento sismico non era una lontana eventualità ma un fenomeno temuto: "Con una struttura così complessa, poteva esserci spazio per altri terremoti di grande entità". E' l'interrogativo del giorno, se cioè si sia fatto tutto il possibile in fase di prevenzione, lo ha esplicitato il capo dello Stato Giorgio Napolitano: "Il Presidente del Consiglio e il presidente della Regione hanno fatto una dichiarazione che credo sia significativa dell'impegno di verificare come sono andate cose, se ci siano misure che potevano essere prese in senso preventivo". Secondo il Cnr, il sisma in quell'area non si era verificato "mai così da cinque secoli". Il professor Enzo Boschi, ordinario di Sismologia all'università di Bologna: "Il fenomeno può continuare senz'altro. Le scosse possono diventare piccolissime, ma l'attività sismica rimane".

Graziano: "Continuamente impreparati". Il presidente del Cng parla a Sky Tg24. "Capire lo sciame sismico è molto difficile. Bisogna leggere le carte. La probabilità che accadesse in quell'area un sisma del genere era piuttosto bassa, visti i precedenti 400 anni di tranquillità. La magnitudo del sisma di oggi - prosegue il presidente di Gng - che ha avuto un valore di 6, è un dato congruente con le scosse precedenti. Tuttavia ci troviamo continuamente impreparati. Mai dimenticare l'esperienza di un terremoto. Quando le acque si calmano, nei momenti di pace, bisogna ragionare sul problema".

Amato: "Si temeva nuovo forte sisma". "Si temeva che, con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità". Così il sismologo Alessandro Amato. Il meccanismo di questo nuovo terremoto sarà chiarito nelle prossime ore, sulla base dei dati rilevati dai sismografi. Intanto, Amato offre una prima analisi. "La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese - afferma il sismologo dell'Ingv - è la struttura complessa del tratto settentrionale dell'Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto".

Il terremoto di questa mattina è avvenuto sul margine occidentale dell'arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio scorso, prosegue Amato. Allora le scosse più forti erano avvenute nella zona orientale. Dopo il terremoto del 20 maggio scorso, le repliche più forti (ossia di magnitudo superiore a 5) erano concentrate nella zona di Ferrara. Il terremoto di questa mattina, aggiunge Amato, "indica che molto probabilmente sono attive più faglie". Situazioni come queste possono verificarsi quando vengono attivate strutture molto complesse. Per esempio, in passato è avvenuto con il terremoto di Colfiorito del 1997, quando alla prima scossa sono seguite a distanza di giorni nuove scosse importanti.

Cnr: "Emilia, mai così da cinque secoli". Il Cnr conferma le parole di Graziano sui "400 anni di tranquillità" dell'Emilia. Erano almeno cinque secoli che nella regione, tradizionalmente non sismica, non si registravano scosse così forti come quelle di questi giorni. "La penisola italiana si sta riorganizzando dal punto di vista geologico, succede con tempi secolari - spiega Giovanni Gregori, geofisico del Cnr, intervistato da SkyTg24 -. In quella zona, terremoti di tale intensità si sono registrati mezzo millennio fa. L'Italia è come una sbarra rettangolare compressa dall'Africa, nel giro di qualche decina di milioni di anni verrà schiacciata alla penisola balcanica. Ha dei punti di attrito che periodicamente si rilasciano. Le zone con maggiore sismicità sono quattro: Irpinia, l'Aquilano, l'Umbria e il Friuli. C'è da augurarsi ci siano tante scosse - conclude l'esperto - più è il numero, meno l'intensità e la quantità che si accumula".

Boschi: "Problema è anche gestione urbanistica". Per il professor Enzo Boschi, ordinario di Sismologia all'università di Bologna, è prevedibile che la terra in Emilia tremi ancora. "Il fenomeno può continuare senz'altro, perché l'attività di una zona sismica non si arresta mai. Le scosse possono diventare piccolissime, ma l'attività sismica rimane". Per Boschi, il problema non è legato solo alla natura geologica del Paese, ma anche alla gestione urbanistica: "L'Italia è una zona sismica, e in più c'è una gestione del territorio non adeguata. Non c'è prevenzione e manutenzione, gli edifici spesso non sono a norma. Specialmente nel dopoguerra si sono costruite numerose abitazioni senza che ci fosse una normativa antisismica specifica. Le prime norme risalgono agli anni '70 e una versione definitiva si e' avuta nel 2009". Il problema peggiore, secondo Boschi, è che "non c'è una vera cultura per affrontare questi problemi, né una politica per ridurre i rischi legati all'attività sismica attraverso la sostituzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici. Sono cose che abbiamo detto tante volte, ormai acquisite. Ma in ogni caso, dobbiamo aspettarci che le scosse continueranno anche i prossimi giorni".
 

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