Purtroppo,
sono delle vere professioniste. Capaci di ballare, non solo di mostrare le loro
nudità.
Non
possiamo quindi suggerire loro di lasciare il Crazy Horse per risolvere,
stabilmente, il loro problema. Come? Passando al burlesque in quel di Arcore.
“Lavoro” sicuro, ottima retribuzione anche a prestazione “incompleta”.
E’
proprio vero che chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane….
tratto da
Lettera 43
Il Crazy Horse non balla più
Hanno
incrociato le braccia, anzi le gambe. L'aria di crisi ha toccato anche le
ballerine del Crazy Horse, entrate in sciopero lunedì 14 maggio. Una scelta che
non ha precedenti nella storia del celeberrimo cabaret parigino e che ha
costretto i proprietari del locale a cancellare gli spettacoli in agenda
martedì 15 e giovedì 16 maggio.
Le
ragazze hanno denunciato le difficili condizioni nelle quali sono costrette a
lavorare e chiesto un aumento dello stipendio. La direzione ha «rifiutato o
rinviato» ogni trattativa anche se per la giornata di giovedì 16 maggio è in
agenda un incontro coi sindacati.
Una delle
performer del Crazy Horse, Suzanne, ha spiegato le ragioni della scelta: «Il
nostro stipendio è pietoso, inoltre è inferiore a quello dei colleghi maschi.
Ci chiedono di lavorare 24 giorni al mese. Il Crazy Horse non è un cabaret come
gli altri. È un luogo eccezionale e lo spettacolo richiede di essere
integralmente nude. Di queste particolarità non si tiene conto nella nostra
busta paga».
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