Saperlo non è di
conforto, ma almeno fa riflettere. Oltre 3
milioni di italiani vivono in zone ad elevato rischio di terremoto, solo una casa su 6 è costruita secondo
criteri anti-sismici. A voler essere pignoli, tutta Italia può
mettersi a tremare all’improvviso, come il Giappone: ma a differenza dei
giapponesi, l’80% delle nostre case non dispone di tecnologie anti-sisma.
”Ben 3 milioni di
persone abitano in zone ad alto rischio sismico, 21 milioni quelle che abitano
in zone a rischio medio”. Ce lo ricordano le cassandre d’Italia, gli
esperti del Consiglio Nazionale dei
Geologi, che continuano a ripetere il mantra del rischio terremoto da quarant’anni.
Per rimanere all’ultimo quinquennio, previdero l’Aquila (se si può dire
“previsione” un allarme circostanziato da 6 mesi di sciame sismico d’intensità
crescente) e non furono ascoltati. Nemmeno nella ricostruzione, tuttora
inattuata.
Vale però la pena
ricordare, con il presidente del Cng Gian Vito Graziano, la situazione reale,
quella che non Le case “ballerine” sono
12 milioni. vogliamo ancora accettare: 725 comuni sull’orlo del terremoto
(il 10% circa), altri 2.344 sono a medio rischio. In un anno, collezioniamo
almeno 2mila (2000!) terremoti, ognuno composto in media da decine di scosse. Sicilia,
Calabria, Toscana e Campania sono le regioni messe peggio: eppure il numero
maggiore di vittime le hanno registrate l’Abruzzo e l’Emilia Romagna – tettonicamente
attiva, ma considerata nel complesso a rischio medio-basso.
I terremoti sono
pericolosi per la mancata prevenzione. I danni (e le vittime) dipendono da dove
sono costruite le case e come. Non soltanto abbiamo costruito sui “punti
caldi”, ma abbiamo lasciato tutto così com’era da secoli, ignorando gli allarmi
e le scoperte della tecnologia. Il 60% delle case italiane (circa 7milioni
e mezzo) e’ stato realizzato prima del 1971, prima della legge
antisismica del 1974. E le nuove costruzioni sono abusive (non rispettano
i parametri di legge) in due casi su tre.
Se continueremo ad
avere 8 case su 10 inadatte a resistere ai terremoti (anche quelli di terzo o
quarto grado), continueremo a contare le vittime. Innocenti, come tutte le
vittime delle catastrofi, e inconsapevoli.
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